’Matti per il calcio’, un gol a favore dell’inclusione, della passione e della gioia di vivere

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In riviera è tornata ’Matti per il calcio’, la rassegna nazionale di calcio per Centri di salute mentale organizzata dall’Uisp. L’appuntamento è a Gatteo a Mare, dove sino a oggi si disputeranno 25 partite. Sui campi si affronteranno nove squadre provenienti da varie regioni, ognuna delle quali formata da persone con disagio mentale, medici, infermieri, familiari, per un totale di circa duecento persone coinvolte.

La manifestazione è stata inserita nella Settimana Europea dello Sport #BeActive, promossa dalla Commissione Europea e in Italia dal Dipartimento per lo Sport e da Sport e Salute spa. Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp, crede nell’evento: "In queste giornate entra in campo soprattutto la gioia di vivere, ovvero la passione e soprattutto il piacere di sentirsi pienamente cittadini, senza subire stigma o pregiudizi legati al disagio mentale. Si gioca a calcio semplicemente per la bellezza di incontrarsi attraverso lo sport e sentirsi a pieno titolo squadra e persone nella comunità".

Le partite si disputano nei campi di Gatteo a Mare in via Rubicone, dove sono stati allestiti tre campi di calcio a 7.

Nella mattinata di oggi si terranno le partite finali e le premiazioni.

’Matti per il calcio’ è una delle più affermate iniziative di sport e inclusione in Italia. Le iniziative territoriali sono cominciate dal 1995, grazie ad alcune esperienze pilota che l’Uisp ha promosso a Torino, Roma, Parma, Genova e altre città. Dal 2006 queste iniziative locali sono diventate un evento nazionale completamente gratuito per i partecipanti.

’Matti per il calcio’ ha l’obiettivo di intervenire sul terreno dei modelli culturali, per costruire sul campo relazioni in grado di superare disagio mentale e solitudine. Le squadre sono infatti miste in tutti i sensi, anche per quanto riguarda il genere di chi gioca. Si tratta di una sfida culturale prima che sportiva, un modo semplice per mettere insieme problema e cura. Lo sport e il gioco del calcio in particolare, diventa una terapia individuale e di gruppo per superare forme più o meno acute di disturbo mentale ma anche per educare alla socialità, ad uscire dall’isolamento, al rispetto delle regole e all’assunzione di responsabilità, costruendo occasioni di riabilitazione e integrazione sociale. Giacomo Mascellani