Cesena, il Natale a casa Tigers: auguri sotto canestro

I ricordi, le emozioni e progetti della squadra che come regalo chiede la promozione in Serie A2 da festeggiare il prossimo giugno

I giocatori dei Tigers mentre fanno l'albero

I giocatori dei Tigers mentre fanno l'albero

Cesena, 22 dicembre 2019 – Un tavolo, l’albero con una manciata di palline dorate e un panettone tagliato a fette. Tra le sedie e il divano, il cane Ettore e il gatto Sketch fanno scintille sotto gli sguardi divertiti di tre giganti. Meglio, di due giganti e di uno comunque molto alto, che però qui, nell’appartamento all’ultimo piano del palazzo , ha dei termini di paragone che non gli rendono onore. Le grida, le sportellate e gli sguardi feroci sono per il parquet: qui, ora, col Natale alle porte, gli Amadori Tigers Cesena , si godono il momento e l’atmosfera. A dare il benvenuto sul pianerottolo c’è Tarik Hajrovic , 19 anni appena compiuti, quattro abbondanti dei quali passati a una distanza da casa che si conta in ore di aereo. Sorride, col biglietto prenotato per dopo la gara di oggi contro Teramo, quando potrà concedersi una manciata di giorni di relax coi suoi cari. “Torno in Serbia - racconta - dalla mia famiglia. Non la vedo da mesi e mi manca. Le vacanze dureranno pochi giorni, ma me li farò bastare. Prima penso a battere Teramo, poi alle valigie“. Su tutti, quello che non può assolutamente permettersi di fare tardi però è Emanuele Trapani , quello alto ’solo’ 182 centimetri, una ventina in meno dei coinquilini. Perché se perdi un aereo, poi recuperi in fretta, ma se manchi l’appuntamento con la slitta e le renne, sono guai seri. “Il 24 dicembre nella mia famiglia è il giorno più bello dell’anno. Ci incontriamo tutti , anche con gli amici, per mangiare e aspettare insieme di aprire i regali. Nel gruppo ci sono sempre anche dei bambini e per regalare loro un’emozione in più, organizziamo l’arrivo di Babbo Natale. Si dovrebbe fare a turno, ma in pratica va sempre a finire che quello che si mette la barba e il pancione sono io. E mi diverto da matti“. Ma Babbo Natale i regali li riceve? E soprattutto, li chiede? Tutti meritano regali, ma il punto è che se il Babbo Natale in questione a tempo perso fa anche il playmaker dei Tigers , il momento più opportuno per riceverli è fuori stagione, a metà giugno, dopo la finale dei playoff che valgono la A2. Anche se nel frattempo un antipasto sarebbe gradito. “Non ho grosse aspettative - sorride - magari a buttarla lì penserei a un paio di scarpe da ginnastica. O magari a una tuta nuova. Quelle che ho ormai perdono i pezzi...“. Sempre materiale da lavoro, dunque, come quando era un bambino. “A dire il vero a casa mia Babbo Natale e il basket non sono maiandati molto d’accordo. Il primo piccolo canestro lo ho ricevuto a otto anni, per la Comunione. Qualche anno dopo, per la Cresima, mi è arrivato quello regolamentare. Direi che la parentesi si è chiusa qui e prevedo che resti chiusa anche nei prossimi giorni, perché in famiglia sono tutti appassionati di calcio e io mentre banchetto ho pochissimi interlocutori interessati a sapere cosa combino sul parquet. La passione però mi è venuta tra le mura id casa, contagiatami da mio babbo, prima giocatore e poi allenatore nelle serie minori... Almeno lui...“. Gioacchino Chiappelli ascolta in silenzio e aspetta il momento giusto per intervenire. E’ il più emozionato del gruppo. “Natale è famiglia e famiglia per me è basket. Mia mamma giocava, ma soprattutto, prima di lei, giocava mio nonno, Dino Zucchi. Vinse uno scudetto con la Virtus Bologna nel 1949 e partecipò alle Olimpiadi di Helsinki del ’52. Se mi chiedete cos’è per me la pallacanestro, rispondo le foto in bianco e nero, quelle che mi faceva vedere lui quando ero un bambino. Non le dimenticherò mai, come non dimenticherò nessuna delle innumerevoli volte in cui mi ha accompagnato a vedere le partite della Virtus. Io e lui, seduti vicini, a fare il tifo“. Nel frattempo Gioacchino dalla tribuna cominciava sempre più spesso a scendere verso il parquet, per giocare nelle squadre giovanili. “ Mi ha preso la Fortitudo ... Mamma mia, non ci è rimasto affatto bene... Però veniva sempre a vedermi, riempendomi di consigli. Facevo ogni volta del mio meglio, orgoglioso di saperlo al mio fianco. E’ venuto fino a quando è riuscito, fino alla fine delle giovanili. Poi se ne è andato. In campo aveva il numero 19 e da allora il suo numero l’ho preso io. Gioco per lui. E già poterlo fare è un regalo meraviglioso che mi faccio, ogni domenica, ma soprattutto a Natale“. Il cuore non sta dentro a nessun pacchetto e non lo compri con nessun portafoglio. “Anche perché - ora Chiappelli se la ride di gusto - le mie esperienze passate mi hanno lasciato con l’amaro in bocca... L’ultimo regalo che avevo chiesto fortissimamente era una meravigliosa piramide giocattolo. Ho insistito tanto, ma non me l’hanno mai portata, accidenti! A questo punto tanto vale fare i superiori e non chiedere...“ Tarik Hajrovic invece di chiedere, preferisce dare. Qualche giorno fa un cesenate ha raccontato sui social di averlo visto aiutare una donna in difficoltà col conto da pagare alla cassa del supermercato: “Non volevo se ne parlasse - aggrotta la fronte - perché non è un gesto da pubblicizzare. Per me è normale: sono cresciuto così, me lo ha insegnato la mia famiglia fin da quando ero bambino: se c’è qualcuno in difficoltà - e tutti prima o poi sono in difficoltà - l’unica cosa che conta fare è dare una mano. L’altro giorno, al supermercato, è stata una sciocchezza. Farlo deve essere la normalità, non l’eccezione“. Dunque le vacanze sono alle porte, le famiglie aspettano. Ma qui non è ancora tutto finito. Mancano le ultime ore, l’ultima partita casalinga del 2019 da giocare in una Cesena che da un anno e mezzo ha prima conosciuto e poi cominciato ad amare i Tigers. “ Qua ci si trova benissimo - ora parlano all’unanimità - Trapani fa addirittura pubbliche relazioni a favore della causa portando a passeggio Ettore nell’area cani...“. Serve un regalo, senza bisogno di portarlo con la slitta e le renne. “Cesena, vieni al Carisport, che vinciamo. Vinciamo e convinciamo. Non solo contro Teramo. Cesena, vieni al Carisport, che andiamo insieme in A2“.