Non occorre essere i più forti ma i più adatti

Consapevole di potere ‘alzare la voce’ contro chiunque e di possedere tutto per essere protagonista in una crescita continua. Il Cesena deve avere questo, il secondo posto come condizione giusta non per pavoneggiarsi, fare voli pindarici ma acquisire la tranquillità e la determinazione di essere se stesso. Qui le grandi imprese non sono mai state programmate. Non furono casuali ma meritatissime, però senza nulla di mirato a priori. L’unica volta che un grande come Edmeo Lugaresi dichiarò che voleva la A, puntando anche su bomber da giù il cappello come Hubner e Agostini, fu retrocessione. Non c’era l’alchimia giusta. In questo Cesena pare sia invece possibile; niente traguardi al momento, solo la curiosità di vedere quanto e come si può crescere. Ora ci sono anche gli ultras, tutte le ‘armi’ quindi a disposizione. E a Pesaro servirà tutto e di più contro un avversario tosto.

Per un Cesena che in trasferta non ha sbagliato un colpo, un altro banco di prova di peso. In pista un gruppo che inizia ad avere anche le alternative giuste per provarci in ogni gara fino in fondo e assorbire meglio gli incontri a distanza ravvicinata che incombono. L’avere poi tre, quattro monelli del giardino di casa che possono dare una mano è utile sia per fare tornare il vivaio bianconero un riferimento che per incrementare lo spirito di appartenenza, la voglia di arrivare. Che possono risultare anche più incisivi ed efficienti di certe preziose raccolte di ‘figurine’. Non è necessario essere i più forti ma i più adatti.

Luca Serafini