Rizzitelli: "Cesena, Stiven un po’ mi somiglia"

L’ex bomber bianconero ha le idee chiare: "Non è una punta pura perché svaria su tutto il fronte offensivo ma un attaccante moderno"

Rizzitelli: "Cesena, Stiven un po’ mi somiglia"

Rizzitelli: "Cesena, Stiven un po’ mi somiglia"

di Andrea Baraghini

Si coccola i gioielli di famiglia il Cavalluccio, in particolar modo Stiven Shpendi letteralmente esploso in una annata in cui la voglia di tornare a frequentare categoria più nobili ha fatto optare per una strategia di mercato orientata su gente esperta e già vincente in C. Contro tutte le previsioni, anche quelle che davano il fratello Cristian come il più accreditato ad entrare per primo nelle grazie di Toscano, Stiven ha piano piano scalato le gerarchie tanto da essere oggi titolare inamovibile e, con un bottino (al momento) di 11 reti, è ovviamente già entrato nel mirino di squadre di A, Sassuolo in testa stando alle prime voci di mercato, e parecchie di B.

Una storia, la sua, simile ad altre scritte nel libro dei ricordi del Cavalluccio come quella di Ruggero Rizzitelli, (nella foto a destra) classe 1967, anche lui attaccante cresciuto nella cantera romagnola, buttato nella mischia a vent’anni nella stagione ’84-’85 quando il Cesena era in B e subito determinante. La sua poi è stata una carriera super divisa tra Roma, Torino, Bayern Monaco, Piacenza prima di chiudere in riva al Savio nel 2000-2001.

Rizzitelli, questo ragazzo con la maglia numero 11 le ricorda un poi lei?

"Un po’ si, anche lui viene dalle giovanili, ma soprattutto come modo di giocare mi somiglia. Non é propriamente una punta, svaria su tutto il fronte, può occupare diversi posizioni, anche come trequartista. E quello che si dice un attaccante modero, proprio come definivano me tanti anni fa".

A parte questo, cosa l’ha colpita di questo ragazzo?

"Capisce di calcio. Nel senso che legge bene le situazioni e sa sempre cosa fare. Poi ha i tempi, che in questo gioco sono fondamentali e vede la porta, il che ovviamente non guasta. Al momento è un giocatore troppo importante per l’economia del gioco di tutta la squadra".

Aggiungiamo poi che è un prodotto ’fatto’ in casa”

"Altra cosa da non trascurare affatto. Sappiamo quanto sia importante per il Cesena avere ragazzi provenienti dalle giovanili da inserire in prima squadra. Ai miei tempi succedeva regolarmente, oggi un po’ meno, la società deve continuare a lavorare in questa direzione".

Quali sono i suoi margini di miglioramento?

"Ora gli sta girando tutto bene e sta andando oltre a quello che ci si poteva aspettare. Ora è fondamentale che chi gli sta attorno, società, famiglia, compagni, procuratore gli facciano tenere i piedi per terra. A vent’anni quando senti che ti cercano squadre importanti è facile perdere la testa e montarti. Deve rimanere concentrato, continuare ad impegnarsi senza considerarsi arrivato"

Sarà difficile trattenerlo a fine stagione

"Se il Cesena non salirà in B direi che sarà quasi impossibile. Ma è anche giusto, aggiungo io, non tarpare le ali ad un ragazzo di vent’anni che ha la possibilità di giocare in certe categoria. Non dico in A, ma ad una B di buon livello a mio avviso può già ambire".

Una battuta in ottica Cesena su questo finale di stagione?

"Peccato per i punti persi. Dopo la sconfitta con la Reggiana sembrava tutto finito invece ancora una volta il calcio ha dimostrato la sua imprevedibilità. Ora il Cesena deve solo pensare a vincerle tutte e vedere poi cosa succede".