Romagna Rfc, Luci passa dietro alla scrivania

Il tecnico che ha guidato la squadra cesenate si cimenta in un incarico dirigenziale. In panchina sarà sostituito da Gianluca Ogier

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di Luca Ravaglia

Simone Luci ha lasciato la panchina della prima squadra del Romagna Rfc. Il suo percorso con il Romagna prosegue come direttore tecnico della franchigia, con particolare riferimento allo sviluppo del rugby e dei settori giovanili su tutto il territorio cesenate e non solo. Ora la società romagnola deve voltare pagina e ripartire. Questo anche alla luce dell’assegnazione al Romagna Rfc di uno dei poli di sviluppo Under 17-18 nei quali si articola il progetto di riforma avviato dalla Federazione per la formazione dei giovani atleti più promettenti: un riconoscimento importante per tutto il movimento della franchigia e per il percorso portato avanti in 16 anni di attività grazie alla sinergia tra i club del territorio.

"Mi dispiace molto lasciare la squadra, è una decisione che non ho preso a cuor leggero, ma è il momento di fare questo passaggio – ha commentato Luci -. In questa fase c’è bisogno di tornare a dare vigore al progetto del Romagna su tutto il territorio, di sostenere la crescita dei giocatori e di supportare i club. Oltre allo sviluppo del polo di formazione, che sicuramente rappresenta un passo importante in questa direzione, riproporremo il ’Progetto Caveja’, sviluppandolo ulteriormente per continuare ad accompagnare i ragazzi nel loro percorso di formazione, per dare loro un’opportunità in più di crescita. L’obiettivo è quello di affiancare i Club e di lavorare insieme per far crescere tutte le squadre".

Si aggiunge dunque un nuovo capitolo alla storia di Luci con il Romagna Rfc, una storia composta di tante pagine importanti, come giocatore prima e come allenatore poi. Dal 2007 al 2013 ha collezionato 107 presenze in campo, a cui si aggiungono le 72 partite vissute in panchina, dal 2007 a oggi. Con i Galletti ha mosso i suoi primi passi come allenatore di una squadra seniores, raggiungendo importanti risultati, a partire dalla conquista della serie A con una squadra giovanissima e interamente costituita da giocatori dei club dei vivai romagnoli.

Il congedo da allenatore è l’occasione per fare un bilancio: "Sono molto orgoglioso dei ragazzi, del percorso costante di crescita che la squadra ha fatto anno dopo anno. Ho avuto la fortuna e l’onore di prendere in mano il gruppo in un momento di rifondazione, di iniziare insieme a loro questo percorso. All’inizio, come è normale che sia all’inizio di un nuovo ciclo, c’è stata qualche difficoltà ma il gruppo ha risposto benissimo e già alla fine del primo anno abbiamo iniziato a raccogliere i frutti del nostro lavoro. Poi c’è stata la stagione della promozione, in cui la forza del collettivo ha fatto la differenza, le ultime e decisive partite con il Florentia e il Civitavecchia ne sono la dimostrazione. Con quello stesso organico siamo ripartiti dalla Serie A, scegliendo di andare avanti con le nostre gambe e nonostante le difficoltà dovute al salto di categoria la squadra non ha sfigurato, riuscendo anzi a togliersi qualche soddisfazione. In quest’ultimo campionato abbiamo confermato di essere all’altezza della categoria: aver chiuso al 6° posto è un buon risultato, in linea con i nostri obiettivi".

Il posto di Luci sulla panchina della prima squadra è intanto stato preso da Gianluca Ogier. Bolognese classe 1958, arriva portando tutta la sua esperienza nel rugby, maturata in 50 anni di attività, come giocatore prima e poi come allenatore, durante i quali ha attraversato praticamente tutte le categorie. "Sono onorato di entrare a far parte di questa realtà, di questa famiglia. Ho trovato un bell’ambiente, in linea con la mia idea di rugby: armonia, professionalità, cura dei dettagli, affiatamento sono elementi per me fondamentali per un club e l’impressione è che qui ci siano tutti. Credo molto nell’ambizione, nell’impegno, nella continuità del lavoro, nella disciplina: ai ragazzi cercherò di trasmettere questi concetti, semplici, ma che se fatti con una certa intensità e costanza fanno la differenza, sia in campo che fuori".