Solfrizzi: "Cesena, questo è solo l’inizio"

Il tecnico della Basket 2005 analizza la stagione: "Penalizzati dalla falsa partenza, ma il gruppo è valido. Scelta giusta investire sul vivaio"

Solfrizzi: "Cesena, questo è solo l’inizio"

Solfrizzi: "Cesena, questo è solo l’inizio"

di Luca Ravaglia

"Abbiamo dimostrato di essere una buona squadra e di meritare un futuro nel quale è legittimo ambire a crescere".

E’ l’analisi di Emiliano Solfrizzi, il tecnico della Cesena Basket 2005 che ha chiuso il campionato di serie D conquistando la salvezza matematica con tre giornate dal termine del raggruppamento playout.

Coach Solfrizzi, è più la soddisfazione di aver chiuso in crescendo, o il rammarico di aver mancato l’accesso all’altra parte del tabellone?

"Parto dal fatto che il mio bilancio della stagione è positivo. E’ vero, siamo partiti male, pagando magari al giovane età del gruppo e una serie di infortuni che ci hanno limitato. Poi però abbiamo iniziato una costante fase di crescita che ci ha portato a una salvezza tranquilla. Inutile negare che un po’ di rammarico ci sia: avevamo le caratteristiche per toglierci qualche soddisfazione in più".

La formula del torneo non vi ha aiutato.

"No, di certo. In un campionato nel quale la prima fase finisce a gennaio, se ti vanno storte un paio di partite, non c’è già praticamente più tempo per recuperare".

Da dove si deve ripartire?

"Dallo storico punto di forza di questa società: il settore giovanile. Quest’anno sei dodicesimi della squadra erano formati da ragazzi del vivaio. Credo che sia un record, che si può in ogni caso migliorare ancora. Queste sono le basi sulle quali costruire qualcosa di importante".

Dunque è legittimo guardare in alto?

"Le ambizioni vanno sempre bene. Serve però anche essere pragmatici: il rinnovamento dei campionati porterà incognite e riassetti non semplici da ammortizzare nell’immediato, ma è anche giusto dire che le possibilità ci sono, proprio grazie a un florido settore giovanile".

La serie D può essere una buona palestra per un aspirante campione?

"Sì, con in più una questione di orgoglio. E’ chiaro che ogni ragazzino sogna la serie A o magari l’Nba, ma è giusto curare anche un aspetto che invece si sta perdendo: la soddisfazione di portare a termine il percorso di crescita nel vivaio arrivando a debuttare e a dare una mano alla prima squadra della propria città".

Che dice del suo futuro?

"Avevo un contratto biennale che ora è in scadenza. Vedremo, in questi giorni mi incontrerò con la società. Personalmente sono soddisfatto, per i risultati (il primo anno siamo arrivati ai playoff) e soprattutto per il gruppo. Ho parlato ai ragazzi e ho detto che questo deve essere solo l’inizio, che possono e devono crescere. Che il bello deve ancora arrivare".