Tigers, il cuore non basta Il derby premia Faenza

Raggisolaris sempre avanti grazie al predominio sotto canestro. I cesenati lottano dall’inizio alla fine, ma devono cedere. Ottimo Anumba, bravo Bugatti

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Tigers Cesena

84

Raggisolaris Faenza

92

TIGERS CESENA: Bugatti 17, Nwokoye 10, Giorgini ne, Anumba 25, Mascherpa 7, Moretti 6, Gallizzi 8, Ndour 8, Arnaut ne, Brighi 3. All. Tassinari.

RAGGISOLARIS FAENZA: Bianchi ne, Mazzagatti, Siberna 8, Vico 26, Ballabio 11, Poggi 13, Reale 9, Molinaro 8, Aromando 17, Rosetti ne. All. Garelli.

Arbitri: Bortolotto e Frigo

Note – Parziali: 22-28; 43-51; 58-73. Uscito per falli: Moretti al 40’.

di Luca Ravaglia

Peccato. Perché si interrompe la tradizione dei derby con Faenza che in tante occasioni hanno sorriso ai Tigers e soprattutto perché se avessero messo in archivio la terza vittoria consecutiva, i bianconeri con sfumature arancioni avrebbero chiuso già a metà marzo il discorso salvezza. Peccato. Perché Cesena ha meno talento, ma ha ritrovato un grande cuore e con quello ha provato a restare aggrappata fino all’ultimo a una partita che la ha sempre vista rincorrere. Ma è inutile recriminare, nonostante un ancora una volta superlativo Anumba (25 punti con col 75% dal campo, compreso uno stratosferico 68 da 3 nella foto) che però, pur con l’apporto di un Bugatti indemoniato nel rush finale, non è bastato.

Si comincia con la cosa più importante. Sull’inno di Mameli, gli atleti reggono fogli con un unico messaggio: ‘Stop war’. Basta con la guerra in Ucraina. E davanti a questo, tutto il resto è risibile, compreso un derby di pallacanestro, per quanto importante. Alla vigilia coach Davide Tassinari aveva detto che per vincere i Tigers avrebbero dovuto ‘sporcare’ la partita forzando un punteggio basso, ma la strategia va a farsi benedire già dopo 5 minuti, col parziale di 15-6 per gli ospiti che in proiezione garantirebbe la bellezza di 120 punti ai neroverdi. Il nervo scoperto riguarda quello che succede sotto canestro, dove Faenza padroneggia sia in termini di rimbalzi (34-50 alla fine) sia di approvvigionamenti di palloni che si trasformano in canestri facili (7 assist sfornati nei primi 10 minuti la dicono molto lunga).

Servono contromisure e nel caso specifico servono più muscoli: fuori Nwokoye e dentro Ndour che si sta ricavando spazi sempre maggiori. Faenza è sempre avanti, anche se l’ex Anumba (100% dal campo a metà gara con tre canestri da dietro l’arco) ha tutte le intenzioni di farsi rimpiangere. Ma è troppo poco, perché Ndour segna ma sbaglia anche tanto (39), Moretti non ingrana e Mascherpa si concede penetrazioni troppo prevedibili e da tre non ne infila una (07). Dall’altra parte in compenso c’è Vico, che evidentemente ha smaltito al meglio gli acciacchi e che ogni volta che Cesena prova a riavvicinarsi (doveroso citare Bugatti e Nwokoye nel tentativo), trova sempre il modo di riallungare un elastico che nel terzo quarto finisce per strapparsi: parzialone di 9-19 che vale il 52-70 al 26’ e la spallata decisiva, nonostante l’ultimo eroico tentativo di riavvicinamento dei cesenati che, guidati da Anumba e Bugatti erano riusciti a tornare a meno 5 sull’81-86 a un minuto dalla fine. Ma il fallo sistematico, con una squadra che fa 2730 dalla lunetta, purtroppo non paga.

E Cesena perde il derby, meritatamente ma senza sfigurare, anzi.