Tozzi: "Ecco come lo sport ti cambia la vita"

L’ex pluricampionessa cesenate del mezzofondo, nuova presidente dell’Endas, racconta ideali e valori di una carriera di successi

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di Luca Ravaglia

Nicoletta Tozzi, la nuova presidente dell’Atletica Endas Cesena, è tornata a casa, a godersi lo spettacolo intorno alla pista che la ha vista crescere e prendere la ricorsa verso una carriera decollata col primo titolo nazionale assoluto sugli 800 metri nel 1984, ottenuto a soli 18 anni e primo di altri otto successi tricolori, farciti con 18 maglie azzurre indossate e tre finali alle universiadi.

Tozzi, bentornata.

"Questo è il mio mondo. Sono onorata di far parte di una realtà di primo livello, che sta crescendo tanto in quanto a idee, progetti e passioni. A partire da quelle che coltiviamo in un settore giovanile in forte crescita. Il nostro fiore all’occhiello".

Lei rappresenta il miglior esempio di carriera vincente che si possa offrire alle nuove generazioni.

"Le medaglie non sono tutto. La nostra priorità è quella di mantenere un ambiente a misura di ragazzo, nel quale venire ad allenarsi col sorriso, senza esasperare la ricerca del risultato. Perché a farlo, gli studi parlano chiaro, si finisce con l’ottenere risultati controproducenti".

Vincere, ma non a tutti i costi.

"So bene cosa significhino queste parole. Quando mi chiesero di decidere chi volevo essere, lo feci in una frazione di secondo: le regole si rispettano, sempre e comunque. Anche quando provare ad aggirarle può sembrare più semplice e gratificante. E’ un messaggio importante da radicare, prima di tutto alle nuove generazioni".

Nell’atletica ma non solo.

"Sono mental coach, ho lavorato in tanti ambiti e in contesti variegati, compreso per esempio il mondo del calcio. I miei ricordi coi colori del Cesena sono bellissimi. E dunque in definitiva sì, vale per tutto. E non solo per i figli".

A volte serve insegnare anche ai genitori.

"Ho citato il Cesena Calcio. In quel contesto mi relazionavo spesso con mamme e papà per illustrare qual è il modo migliore per supportare un figlio atleta".

Che dice dei suoi genitori?

"Solo cose meravigliose, che ho apprezzato col passare degli anni. Parto con mio babbo, che non era appassionato di calcio, ma che comunque quando avevo 14 anni mi accompagnava pazientemente in auto in giro per l’Italia a vedere giocare il Cesena, raccomandandomi solo di non fare troppa confusione nel caso in cui avessimo fatto gol".

E la mamma?

"Una volta tornai a casa da una corsa stravolta dalla fatica e lei si preoccupò per me, tanto che all’appuntamento successivo, mentre mi preparavo a uscire, si raccomandò di non correre così tanto forte, che poi magari sarei stata male. Allora la guardai stralunata, ora mi rendo conto quanto mi volesse bene".

La città la ha coinvolta in tante iniziative a tema sportivo, eleggendola a bandiera del nostro territorio.

"E’ stato un piacere ricevere la telefonata dell’allora sindaco Paolo Lucchi che mi chiese di fare da testimonial a Cesena Città dello Sport 2014. Allo stesso modo sono contenta di aver avviato ’Muoviti che ti fa bene’, appuntamenti dedicati a tutti, in particolare ai non sportivi, che negli anni stanno coinvolgendo migliaia di persone. L’ispirazione mi venne a Sydney, nel 1992, guardando le tantissime persone che si tenevano in forma in un grande parco di fronte all’hotel nel quale alloggiavo...".

Parliamo di strutture. A Cesena sono in vista importanti investimenti.

"Mantenere gli impianti sportivi al passo coi tempi è un valore aggiunto fondamentale. E’ vero che da noi certe strutture portano il segno degli anni, ma già così siamo un fiore all’occhiello a livello nazionale".

Veniamo al suo ruolo.

"Eredito l’eccellente lavoro di un team estremamente qualificato e motivato. Cito prima di tutto Barbara Valdifiori, che è anche vice presidente del comitato regionale. Le idee non mancano e i progetti accattivanti nemmeno".

Uno su tutti?

"Rokka 1000, corsa in salita di un chilometro che si conclude con la scalata del colle Garampo. Uno spettacolo".