Veneti imprevedibili e con l’istinto del gol

Il desiderio era quello di arrivare alla serie B passando dalla porta principale, ma si sa che fra il desiderio e quello che poi si realizza a volte corre una certa differenza.

Il Vicenza comunque prova a passare dalla strada alternativa: i veneti si sono piazzati settimi nel girone A ma sono diventati testa di serie per essersi aggiudicati la Coppa Italia, battendo in finale la Juventus Next Gen. La famiglia Rosso, proprietaria del club aveva fatto le cose in grande allestendo una rosa importante, ma quella che al Vicenza è sempre mancata è stata la continuità nei risultati: senza quella i campionati non si vincono. La guida tecnica era stata affidata a Francesco Baldini che dopo una buona partenza ha visto la squadra rallentare e scivolare indietro in classifica senza trovare una soluzione per invertire la rotta. Via Baldini a Vicenza arriva Francesco Modesto, il primo tecnico del Cesena nel nuovo corso fra i professionisti. Anche Modesto inizia bene, poi il motore della squadra si ingolfa di nuovo e via con la soluzione interna promuovendo dal settore giovanile il danese Dan Vesterby Thomassen.

E’ una squadra imprevedibile insomma il Vicenza come dimostra anche il confronto col Cesena in fatto di reti segnate e subite: i veneti hanno infatti segnato solo due reti in meno del Cesena ma ne hanno subite ben 23 in più.

Senza contare il fatto che i biancorossi avversari del Cesena pareggiano anche poco; in campionato hanno conquistato diciassette vittorie, ma hanno perso quatttordici gare e pareggiato solo sette volte.

L’assenza per squalifica di Rolfini compensa quella di Corazza, ma attenzione massima la merita Franco Ferrari autore di diciannove reti in campionato.

Bisogna anche cercare di non concedere punizioni dal limite dell’area, quelle che Ronaldo Pompeu Da Silva centrocampista brasiliano del Vicenza sa battere come pochi altri in categoria.

Roberto Daltri