Civitanova Marche, acido contro la ex. "Era lucido, piano premeditato"

Sheval Ramadani dopo essere stato fermato dalla polizia. "Mi ha rovinato la vita, per lei ho lasciato mia moglie"

Sheval Ramadani, l'aggressore

Sheval Ramadani, l'aggressore

Civitanova Marche, 19 novembre 2018 – «Lucido e deciso a uccidere. Aveva premeditato tutto». Così il dirigente del commissariato di Civitanova, Luca Sabatucci, descrive Sheval Ramadani, il macedone 32enne ora nel carcere di Montacuto, arrestato dalla polizia per tentato omicidio aggravato. Per motivi passionali ha accoltellato la sua ex dopo aver provato a sfregiarle il volto con acido muriatico. È salva solo grazie al coraggio di un ristoratore (VIDEO) la 30enne romena, ricoverata in rianimazione dopo aver subìto un intervento chirurgico in urgenza. Ha ricevuto tre coltellate (VIDEO): una alla schiena, la seconda tra il collo e la scapola e la terza all’addome, la più grave, sferrata dal basso verso l’alto e che ha raggiunto il fegato. Non ci dovrebbero essere invece conseguenze, né al volto né agli occhi, provocate dall’acido.

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Intanto emergono particolari sui rapporti tra la donna e il suo ex. Nessuno dei due risiede a Civitanova dove lei però lavora, in un night sulla statale. Nel 2017 era già stata vittima di una aggressione, sconosciuto l’autore. Con il macedone si sono conosciuti due anni fa in Toscana, nel Grossetano.

Lui è clandestino e pregiudicato per furto, vive di espedienti e si è barcamenato come bracciante agricolo. Una relazione burrascosa la loro, fino a scenate di gelosia violente. Non accettava che incontrasse altri uomini. Le ha chiesto di vedersi, per parlare, lei si è rifiutata. «Per lei ho lasciato mia moglie, in Macedonia. Mi ha rovinato la vita, la dovevo ammazzare», ha detto durante l’interrogatorio-confessione in commissariato, e si sarebbe rammaricato di non essere riuscito a ucciderla. «Le ho comprato una casa, un’auto, e lei mi ripagava così», ha continuato Ramadani.

Il rapporto morboso è sfociato nel dramma di sabato (FOTO). Alle 18.40 l’agguato, sulla rampa pedonale del sottopasso che collega corso Vittorio Emanuele a via Indipendenza dove lui la sorprende e le lancia addosso acido muriatico, ma fortunatamente la donna riesce a proteggersi il volto. Con il giubbetto impregnato, la ragazza scappa verso la piazza e si rifugia nel ristorante Tonno e Salmone, e alla cameriera chiede un bicchiere d’acqua e di poter usare la toilette. Poco dopo compare lui, la raggiunge in bagno e la accoltella, una, due, tre volte.

Riccardo Scoponi, il titolare, lo cintura da dietro, lo trascina via e per miracolo schiva la coltellata diretta a lui e che di striscio gli buca una manica del giubbotto. Aiutato dal personale delle cucine disarma e immobilizza il macedone fino all’arrivo della volante della polizia (FOTO). Poco prima aveva lui stesso telefonato al 112. «Ho ammazzato la mia ex venite ad arrestarmi» ha detto ai carabinieri. Ora l’uomo, difeso dall’avvocato Sandro Pugliese, è in attesa dell’udienza di convalida.