Civitanova Marche, acido alla ex. "Non doveva lavorare al night"

Convalidato l’arresto di Ramadani, resta in cella e piange. "Sono pentito, ho agito per gelosia"

Sheval Ramadani, 32 anni, fuori dal tribunale (foto Calavita)

Sheval Ramadani, 32 anni, fuori dal tribunale (foto Calavita)

Civitanova Marche, 21 novembre 2018 – «Ero geloso e arrabbiato. Ma ho capito che ho sbagliato». Così Sheval Ramadani, il 32enne macedone accusato di tentato omicidio aggravato per l’aggressione alla sua ex, ballerina di night, ha risposto alle domande del Gip Claudio Bonifazi e del sostituto procuratore Rosanna Buccini, in tribunale a Macerata. Arresto convalidato, il macedone resta in carcere ad Ancona. Difeso dall’avvocato Sandro Pugliese, ha ammesso le sue responsabilità raccontando l’accaduto (FOTO).

Ramadani ha spiegato che durava da alcuni anni la relazione con la trentenne romena, che per lei aveva lasciato la moglie e che aveva intenzione di sposarla. Ma, voleva che smettesse di lavorare al night e per questo le avrebbe dato anche tremila euro al mese, pur di convincerla a lasciare quel lavoro e a stare solo con lui.

Ha raccontato di avere speso per la ragazza, in meno di due anni, mezzo milione di euro, somma nelle sue disponibilità grazie all’impresa agricola che ha detto di avere a Grosseto, dove vive con la famiglia. Ma, davanti al rifiuto di lei è scattato l’agguato alle 18.40 di sabato, per gli inquirenti invece premeditato. Il coltello con cui le ha assestato tre colpi (VIDEO), il più grave all’addome, era stato acquistato due giorni prima e l’acido muriatico appena due ore prima. Sheval era arrivato a Civitanova venerdì.

I due si erano visti e avevano discusso. Anche sabato pomeriggio un nuovo incontro, al bar Roma di via Indipendenza, nella zona in cui la ragazza vive, e c’era stata l’ennesima discussione perché lei della loro relazione non voleva più saperne e perché – ha riferito il macedone – «si faceva selfie e mandava messaggi con il cellulare ad altri uomini».

Sarebbe stato il motivo scatenante della gelosia a fargli perdere la testa fino al punto di decidere di lanciarle l’acido in volto e poi di ammazzarla a coltellate, sferrate nel ristorante di corso Vittorio Emanuele ‘Tonno e Salmone’, dove la ragazza si era rifugiata e dove lui l’ha inseguita per chiudere i conti. Se non c’è riuscito è solo perché il titolare del locale, Riccardo Scoponi (VIDEO), lo ha bloccato e disarmato tenendolo a bada fino all’arrivo della polizia, a cui il macedone si è consegnato.

Riccardo Scoponi
Riccardo Scoponi

Nelle ore immediatamente successive l’arresto e durante il primo interrogatorio è rimasto lucido e freddo. Poi, in carcere il pentimento e le domande sulle condizioni di salute della ex. Testimoni si ricordano del presidio di lui vicino casa della ragazza negli ultimi tempi. Da un mese e mezzo almeno era sempre in zona, per controllarla e seguirla.

Chi li ha visti insieme riferisce di lei tesa e impaurita, del macedone nervoso e possessivo. Voleva a tutti i costi una vita con quella ragazza. Per lei si era separato legalmente dalla moglie e, come prevede la legge macedone, aveva cambiato anche cognome da Mustafovski a Ramadani e con l’identità precedente è emersa anche una condanna per un furto.