Civitanova, acido contro la ex, poi le coltellate. "Mi ha rovinato: la devo ammazzare"

Ragazza salvata in extremis da un ristoratore. Arrestato un macedone

PRESO  La scena del crimine (fotoservizio De Marco)

PRESO La scena del crimine (fotoservizio De Marco)

Civitanova Marche, 18 novembre 2018 - Prima l’acido muriatico sul volto poi le coltellate all’addome e alla schiena. Voleva sfregiare e uccidere la ex, e se la trentenne romena, aggredita ieri pomeriggio in pieno centro a Civitanova, è ancora viva lo deve al coraggio del titolare del ristorante dentro cui si era rifugiata. A salvarle la vita è stato Riccardo Scoponi (VIDEO), proprietario di Tonno e Salmone, riuscito a schivare una coltellata perché il fendente destinato a lui gli ha bucato una manica del giubbotto di pelle. Insieme ai cuochi della sua cucina ha bloccato e disarmato il 33enne macedone autore dell’agguato, arrestato subito dopo dalla polizia. Per lui, che in commissariato ha poi confessato, l’accusa è di tentato omicidio aggravato.

Riccardo Scoponi
Riccardo Scoponi

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All'arrivo della pattuglia, gli agenti lo hanno trovato davanti al locale, guardato a vista dai ragazzi che lo avevano immobilizzato. Non ha tentato di scappare e ha detto: «Chiamate la polizia, voglio consegnarmi». Tra quelli presenti qualcuno gli ha sentito dire: «Questa mi ha rovinato, la devo ammazzare». Non ha fatto resistenza quando la polizia lo ha caricato sulla volante, un giubbetto appoggiato sulla testa per coprirgli il volto mentre tra la gente radunata in strada – un centinaio di persone – non è mancato chi ha urlato insulti contro il macedone.

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Fuori tensione, dentro il ristorante i medici del 118 stavano soccorrendo la donna, alle 19.30 messa sull’ambulanza della Croce Verde per la corsa in ospedale (video) dove è stata sottoposta ad intervento chirurgico d’urgenza all’addome. L’acido l’ha raggiunta a un occhio, ma non rischia di perderlo. Sotto choc la città. L’agguato è avvenuto alle 18.40, sulla rampa pedonale del sottopasso che collega corso Vittorio Emanuele a via Indipendenza. Lì il macedone ha sorpreso la donna e le ha lanciato addosso acido muriatico, contenuto in una confezione di plastica, di quelle da pochi centesimi che si trovano in qualsiasi negozio di prodotti per la casa.

Per fortuna non l’ha raggiunta al volto, se non di striscio. Con il giubbetto rosso intriso di quel liquido la ragazza è scappata via, correndo verso la piazza, e si è rifugiata nel vicino ristorante Tonno e Salmone. Alla cameriera ha chiesto un bicchiere d’acqua e se poteva usare il bagno. Si è diretta alla toilette e subito dopo ecco entrare lui. Dalle testimonianze avrebbe estratto un coltello dalla lama lunga una decina di centimetri dalla tasca e si è diretto in bagno, dove ha accoltellato la ragazza.

Due i colpi sferrati, alla schiena vicino al collo e, quello già pericoloso all’addome. Se non è riuscito ad ucciderla è perché il titolare lo ha raggiunto e cinturato da dietro, trascinandolo fuori e poi immobilizzandolo con l’aiuto del personale della cucina. «Non voglio dire nulla, per ora parlano poliziotti e soccorritori. Sapete tutto di come è andata», sono state le uniche parole pronunciate da Scoponi mentre mostrava il buco provocato dal pugnale sul giubbotto. Sul posto anche il questore di Macerata, Antonio Pignataro per seguire di persona il grave fatto di violenza e che si è poi recato in ospedale. Il macedone vive a Civitanova e sarebbe irregolare in Italia. La ragazza lavora in un locale notturno della città. Si conoscevano e tra loro ci sarebbe stata una storia. L’interrogatorio del macedone chiarirà le cause dell’agguato, probabilmente la gelosia.