Civitanova, cola a picco un’altra vongolara attraccata in porto

Rottura di una pompa, affonda il Toro

INCIDENTE Il posto lasciato vuoto dal Toro colato a picco

INCIDENTE Il posto lasciato vuoto dal Toro colato a picco

Civitanova, 4 dicembre 2018 - Vongolara a picco all’interno del bacino portuale. E’ successo ieri mattina, pochi minuti prima dell’inizio dell’operazione di recupero del peschereccio affondato quasi un anno e mezzo fa a una ventina di metri di distanza, in linea d’aria. La disavventura è capitata alla barca Toro del locale consorzio dei vongolari, alla fine della giornata di pesca. Erano le 7.15 e la vongolara si trovava, come le altre, di lato alla banchina Gasparroni dove aveva appena ormeggiato. Il marinaio era sbarcato da poco mentre il proprietario-comandante della turbosoffiante, Franco Gentile, era ancora a bordo.

Un collega in transito sulla banchina, Angelo Sorichetti, ha notato che la barca stava inclinandosi pericolosamente sulla sinistra e ha avvisato Gentile, che non se n’era ancora accorto. Gentile, che in passato è stato presidente del consorzio Cogevo, ha fatto appena in tempo a saltare sullo scafo più vicino, l’Azzurra di Joey Beruschi, prima che la sua imbarcazione si adagiasse sul fondale (4 metri di profondità) appoggiata su un fianco, completamente immersa nell’acqua. Ma l’Azzurra è una unità tosta, altrimenti sarebbe stata trascinata a sua volta in basso visto che, per l’attracco, era stata agganciata dal Toro con una cima. Nessun ferito, comunque.

La vongolara è andata giù in pochi secondi e Gentile non ha fatto in tempo a recuperare i documenti di bordo e gli effetti personali, che sono finiti in acqua. I sacchi di vongole erano invece già stati sbarcati pochi minuti prima al molo martello. Qualcuno ha telefonato ai vigili del fuoco, ma era troppo tardi per provare a rimediare. Oltre ai pompieri, sul posto si sono precipitati i militari della Guardia costiera, agli ordini del comandante Piacentini che ha subito ascoltato sommariamente Gentile. Sulle cause dell’incidente se ne saprà di più nelle prossime ore. Al momento si privilegia l’ipotesi di una rottura improvvisa di una grossa pompa ubicata a prua. O, comunque, di un problema emerso all’improvviso sempre a prua. Ciò spiegherebbe il rapido allagamento della vongolara e il suo altrettanto subitaneo inabissamento.

Ieri pomeriggio  sono iniziate le operazioni di recupero con due grosse gru. Ma in serata il lavoro non si era ancora concluso. In precedenza erano state distese in acqua alcune panne assorbenti antinquinamento, in modo da contenere la dispersione del gasolio, e posizionati i sacchetti utili a sigillare la cassa carburante. Qualora lo scafo non fosse in condizione di galleggiare, una gru lo solleverebbe fino alla vicina banchina dove un trasporto eccezionale provvederebbe poi a trasferirlo via terra fino a un cantiere.

Il Toro è lungo una dozzina di metri, è quasi interamente in acciaio (il fondo è in ferro) e in estate, durante il fermo pesca, era stato risistemato a dovere. Qualche giorno fa era tornato in cantiere per una riparazione volante, in seguito a una piccola collisione in mare aperto con un’altra vongolara. L’armatore dovrà spendere svariate decine di migliaia di euro per il recupero della barca e la sostituzione di tutto ciò che è andato in malora: impianto elettrico, radar, attrezzature elettroniche e così via, oltre alla pulizia del motore. Nel frattempo, con lo spirito solidale che da sempre caratterizza i vongolari, le altre 24 barche del consorzio si son dette disposte a pescare per lui un paio di sacchi a testa, nelle giornate di lavoro da qui al suo ritorno in mare.