Montecosaro, crisi Alma. Ai dipendenti neanche l’ultimo stipendio

Concordato liquidatorio chiesto dall’azienda: il salario di aprile sarebbe dovuto arrivare il 10 maggio

Lo stabilimento dell’Alma, ex Manas

Lo stabilimento dell’Alma, ex Manas

Montecosaro (Macerata), 4 maggio 2018 – Dopo la doccia fredda di ieri, ora i 65 dipendenti della Alma di Montecosaro (la maggior parte dei quali in ferie obbligate) non riceveranno il salario di aprile, il cui pagamento era previsto per il 10 maggio. E’ quanto emerso nel corso dell’assemblea sindacale svoltasi ieri mattina, presenti le Rsu aziendali, Vincenzo D’Alessandro (Cgil) e David Ballini (Cisl). Un incontro per discutere con i lavoratori tutte le strade possibili per fronteggiare una situazione di estrema difficoltà. La richiesta di concordato liquidatorio presentata dal consiglio di amministrazione dell’azienda al Tirbunale di Macerata, infatti, prelude ad una cessazione dell’attività, con grande preoccupazione tra i lavoratori.

«La situazione è estremamente delicata e piena di incognite – spiega D’Alessandro –. Il pagamento del salario di aprile, infatti, ricade all’interno della richiesta di concordato, presentata il 30 dello stesso mese. E’ chiaro che ora bisogna attendere lo sviluppo della procedura, aspettare la nomina del commissario da parte del Tribunale di Macerata che si occuperà della questione già a partire da mercoledì prossimo. Poi vedremo. La prima verifica da fare riguarda l’accoglimento o meno della richiesta di proseguire l’attività per circa tre mesi, accompagnata alla domanda di concordato, per evadere ordini già acquisiti, attività che però impegnerebbe solo un terzo dei lavoratori, una ventina in tutto». In questo contesto ci sono dipendenti di elevata professionalità ed esperienza pluriennale che stanno già cercando realisticamente una ricollocazione, ma per la maggior parte si prospettano giorni difficili.

«Va comunque chiarito – prosegue D’Alessandro – che la messa in liquidazione della società non fa scattare automaticamente i licenziamenti, per i quali è comunque necessario aprire una procedura di mobilità che potrà arrivare solo dopo che si sarà concluso l’iter in tribunale». I sindacati non escludono neppure che, nel frattempo, per un’azienda storica proprietaria di marchi di prestigio, possano presentarsi degli acquirenti.

«Al momento, secondo le informazioni che abbiamo acquisito, non ce ne sono. Ma potrebbero arrivare. Certo è che noi siamo pronti a valutare ogni scenario pur di tutelare i lavoratori e l’occupazione». E’ altrettanto vero che per una piccola realtà come Montecosaro la Alma (e, prima di queste Alfiere e Manas, dalla cui fusione è nata nel 2014) ha costituito un’importante realtà produttiva, fonte di reddito per tante famiglie. Parare il colpo non sarà facile.