Con sette mesi di volontariato, si cava di impaccio un ragazzo che, lo scorso aprile del 2021, era stato arrestato con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Si tratta di un 27enne italiano di origini tunisine, Haithem Ben Messaoud, residente da molti anni a Porto Recanati.
Alla fine di aprile dell’anno scorso i carabinieri avevano avviato alcuni controlli in centro, dopo che i residenti avevano segnalato la presenza di soggetti loschi e un movimento di persone superiore al solito in alcune zone. La pattuglia aveva dunque fermato il ragazzo in via Rosselli per un controllo.
La perquisizione era stata estesa anche a casa sua, dove in camera da letto erano stati trovati quasi 50 grammi tra hashish e marijuana, divisi in più dosi e con diverso materiale per il confezionamento delle dosi; poi ancora 4.880 euro in contanti e un’agendina con nomi e cifre, che secondo gli inquirenti avrebbe indicato le quantità di stupefacente venduto ai vari clienti.
Dopo la convalida dell’arresto il giovane, che non aveva dato alcuna spiegazione in merito al possesso di quelle sostanze stupefacenti e dei contati, era stato rimesso in libertà, e per lui l’avvocato Domenico Biasco aveva avviato le procedure per la messa alla prova, l’istituto che consente di espiare la pena con un periodo di volontariato. Una volta istruita la pratica e predisposto il calendario, ieri in tribunale a Macerata si è chiuso il processo per direttissima nei confronti del 27enne: ora, come concordato davanti al giudice Marika Vecchiarino, dovrà fare quattro ore al giorno di volontariato, per sette mesi, facendo assistenza e prestando servizio alla Croce gialla della vicina Recanati.
Grazie a questo servizio, potrà chiudere i conti con la giustizia e voltare pagina. Il ragazzo per altro ha un lavoro regolare, e si spera che la disavventura rimanga un episodio isolato della sua vita.
Paola Pagnanelli