Castellaro intasato: rischio esondazione

Torrente invaso in più punti da tronchi e vegetazione. Pericolo segnalato e nessuno si muove nonostante il brutto precedente del 2000

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Un pezzo delle Marche è ancora sotto il fango, ma quanto accaduto sembra non essere di lezione e di monito. L’immagine dell’alveo del torrente del Castellaro in secca e, in alcuni tratti, completamente invaso dalla vegetazione incolta, è di quelle che fa immaginare il peggio nel caso in cui nella zona di Civitanova si dovesse verificare quello che è successo nel Pesarese e nell’Anconetano, con pezzi di territorio sommersi dall’acqua tracimata da fossi e fiumi e non solo per la violenza delle precipitazioni, ma anche per effetto di una mancata e periodica pulizia dei letti dei corsi d’acqua. Nel tratto del Castellaro che costeggia la pista ciclabile, e poi giù fino a quello che si inoltra verso il centro, la vegetazione ostruisce il decorso dell’acqua e andrebbe immediatamente rimossa. Incredibile che il torrente sia in questi condizioni, nonostante già all’inizio del mese sia stato segnalato dai cittadini il problema dell’alveo ostruito da tronchi abbattuti, canne e erbacce alte, e a maggior ragione dopo quello che è accaduto nel nord della regione, con danni enormi e perdite di vite umane. La Protezione civile cittadina ha effettuato, all’inizio di settembre, dei sopralluoghi e la relazione è stata inoltrata alla Provincia e al Comune per i provvedimenti di competenza. Ma, intanto l’alveo non è ancora pulito e il rischio di esondazione del Castellaro, in caso di maltempo, è possibile. Nel novembre del 2000 bastò una bomba d’acqua di pochi minuti per gonfiare in un attimo il torrente e provocarne la tracimazione. Mezzo borgo marinaro finì sott’acqua anche perché i rami e tronchi trasportati dalla corrente fecero da tappo all’altezza del ponte di corso Dalmazia (negli anni successivi rialzato) e ne conseguì l’alluvione di una vasta zona del centro sommersa dall’acqua e dal fango.

Lorena Cellini