"Classe messa in quarantena per un caso"

"Con un positivo in classe, altre sedici famiglie sono state messe in quarantena. Come se non bastasse, non riusciamo a fare il tampone e l’Asur sta provocando diversi problemi". Romina Froccani, mamma e rappresentante di classe alla scuola primaria San Giovanni Bosco, dice di aver ricevuto, il 24 novembre, una comunicazione Asur nella quale si indicava di restare a casa per un caso positivo in classe (mentre le direttive del ministero della salute parlano di tre casi per prendere provvedimenti). Tuttavia, riferisce, "il bimbo positivo era già assente dal venerdì precedente e i bambini sono rimasti a contatto con le altre classi per cinque giorni, compreso il tempo in mensa, dato che si tratta di un tempo pieno". "Fortunatamente, la scuola segue attentamente le direttive, però il rischio rimane. Avevamo ricevuto un appuntamento per il tampone di controllo nella giornata di ieri, tra le 12.10 e le 12.30, ma solo sabato l’appuntamento è stato spostato a oggi. Io e altri genitori abbiamo provato a presentarci comunque e nonostante l’hub drive del poliambulatorio fosse vuoto, siamo stati mandati a casa, in quanto non in lista – continua Froccani –. La mancanza di coordinamento tra Asur e scuola sta rendendo questa quarantena infernale, peraltro ne avevamo già affrontata una a maggio ed era andata bene, mi stupisce che all’Asur ancora abbiano problemi a gestire queste situazioni". Nel mirino c’è anche la scuola, che sembra non abbia contribuito a rendere la comunicazione più rapida. "Circolari non chiare, ritardo nell’informare le famiglie e una generale confusione nella gestione dell’accaduto – dice Froccani –. L’Asur non ha neanche spiegato come mai sia bastato un solo positivo piuttosto che tre. Lo accettiamo, ma almeno vorremmo sapere il motivo. Il nostro isolamento dovrebbe terminare dopodomani e speriamo bene".

Enrico Panichelli