"Dichiara spese finte", sequestrati 640mila euro

Una ditta che opera nel settore delle vernici avrebbe inserito costi mai sostenuti: confiscata la somma per contrastare l’evasione fiscale

Migration

La Guardia di Finanza di Civitanova sequestra 640.000 euro dal conto corrente di una ditta che opera nella fabbricazione di vernici. Nel dichiarare i redditi di impresa i titolari avrebbero inserito costi per ricerca e sviluppo mai sostenuti. E’ l’accusa sulla base della quale il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Macerata ha autorizzato un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma.

Nel caso in questione, la segnalazione del responsabile della società alla Procura della Repubblica deriva da un’attività svolta dall’Agenzia delle Entrate di Macerata, nell’ambito della quale è emersa l’indebita compensazione di crediti d’imposta, superiori alla soglia di configurazione della fattispecie penale, maturati a fronte dell’indicazione, nelle dichiarazioni delle imposte dirette, di elementi negativi di reddito qualificati illegittimamente come costi correlati ad attività di ricerca e sviluppo.

Instaurato il procedimento penale e assunta la direzione delle indagini, la Procura di Macerata ha ottenuto dal gip l’emissione di un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, anche nella forma per equivalente, di denaro o beni che costituiscono il profitto del reato tributario, reperibili nel patrimonio della società e, solo in via subordinata, nella disponibilità del suo rappresentante legale. Sono stati delegati alla Compagnia di Civitanova tutti gli accertamenti indispensabili per una ricostruzione della capacità patrimoniale e finanziaria dell’impresa, al termine dei quali è stato possibile sottoporre a sequestro preventivo per equivalente le disponibilità liquide presenti su un conto bancario intestato alla società, pari a circa 640.000 euro. Il procedimento verte ancora nella fase delle indagini preliminari.

Il cosiddetto sequestro per equivalente è uno strumento usato per contrastare l’evasione fiscale, rendere immediatamente esecutivo il prelievo erariale e scoraggiare i furbi che, confidando nelle lunghezze procedurali, provano a sottrarsi alle misure cautelari spogliandosi dei beni o intestandoli a prestanome.

L’attività inquirente è stata eseguita in attuazione dell’accordo sottoscritto nel 2015 tra Procura della Repubblica, direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate e Comando Provinciale della Guardia di Finanza maceratesi, finalizzato a contrastare l’evasione fiscale attraverso il sequestro per equivalente e successiva confisca dei beni di valore corrispondente alle imposte evase.