Civitanova, disperso in mare. Ancora nessuna traccia

Estese a Porto Sant’Elpidio le ricerche dell’ex calciatore di 20 anni

Jimm Idalinya, 20 anni, si è tuffato sotto gli occhi degli amici a Ferragosto(foto De Marco)

Jimm Idalinya, 20 anni, si è tuffato sotto gli occhi degli amici a Ferragosto(foto De Marco)

AGGIORNAMENTO: Ritrovato il corpo del ragazzo disperso

Civitanova, 18 agosto 2018 -  Sommozzatori dei vigili del fuoco hanno ispezionato palmo a palmo le scogliere mentre le unità della Guardia Costiera hanno pattugliato il mare aperto per un ampio spettro, da Fontespina a Porto Sant’Elpidio. Ma nonostante il notevole spiegamento di uomini e mezzi nemmeno ieri è stato ritrovato il corpo di Jimm Idalinya, l’operaio tolentinate di 20 anni di origini africane scomparso nel mare antistante lo chalet G7 mentre faceva il bagno con tre amici.

Erano le 5.30 di giovedì scorso. È chiaro che col passare delle ore si fa sempre più strada l’ipotesi che, una volta inerte in acqua, il ragazzo sia stato trascinato dalle correnti sottomarine sempre più al largo. E poi forse in direzione sud, verso la foce del Chienti. Questa almeno è l’impressione di chi conosce bene i giochi delle correnti fuori del nostro porto. Ma l’autorità marittima di Ancona, che coordina le operazioni di ricerca, non ha inteso sottovalutare le altre possibilità.

Ecco perché, nella giornata di ieri, le due motovedette della Capitaneria civitanovese hanno setacciato a lungo le acque fino all’Asola prima di portarsi più a sud. Nella consapevolezza che, prima o poi, la salma possa essere sospinta fino al Chienti e oltre, ieri un natante dell’ufficio circondariale marittimo di Porto San Giorgio ha controllato lo specchio di mare elpidiense.

La Marina ha messo in campo pure l’elicottero in forza al comando di Pescara, che nella mattinata e nel primo pomeriggio ha sorvolato in lungo e in largo tutto il perimetro caldo, anche inoltrandosi un bel po’ a est. «Non abbiamo lesinato gli sforzi – ha detto il tenente di vascello Patrizio Piacentini, comandante della Capitaneria di Civitanova –, insieme ai vigili del fuoco. Speriamo di poter recuperare prima possibile la salma del ragazzo. Oggi (ieri, ndr) abbiamo coperto un’area di 70-75 miglia marine quadrate».

Anche i pompieri – dicevamo – si sono dati un gran daffare. Quelli di Civitanova hanno lavorato in appoggio ai loro colleghi sommozzatori, provenienti (si sono alternati nelle immersioni) da Ancona e Teramo. Ieri mattina i primi hanno finito di esplorare senza esito le prime due scogliere a ridosso del molo nord del porto: quelle prossime al luogo della tragedia. «Ci siamo soffermati su ogni singolo masso – ha detto uno di loro al rientro in porto – ma purtroppo non è servito a nulla. Nessuna traccia del ragazzo».

Subito dopo, alle 11, il nucleo teramano s’è portato sugli scogli del molo foraneo, scandagliati per esteso prima di procedere pure davanti alla barriera del molo nord. Niente nemmeno lì. Trascorse 48 ore dalla tragedia, da oggi i controlli si allenteranno come da protocollo. La motovedetta uscirà per qualche battuta, mentre i pompieri hanno già esaurito il loro compito.