"Era olio d’oliva soltanto sull’etichetta"

Iniziato il processo contro un commerciante accusato di frode in commercio: il prodotto non doveva essere utilizzato a fini alimentari

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di Paola Pagnanelli

Olio per uso industriale spacciato per extravergine di oliva. Per questa accusa, imputato di frode in commercio, è finito sotto processo un salernitano, Americo Montera, in merito al prodotto messo in vendita nell’azienda agricola Montecoriolano di Potenza Picena. Montera, con la ditta Saue di Napoli, aveva esposto ai clienti dell’azienda agricola potentina le sue bottiglie di olio, sulle cui etichette il prodotto era indicato come extravergine di oliva. Dalle analisi chimiche però, e anche dalle controanalisi eseguite in seguito, quello era risultato "olio lampante", destinato cioè, per le sue caratteristiche, a un uso industriale e non alimentare, almeno per le leggi italiane. Non si tratta di un prodotto tossico, ma non si tratta neppure di olio di oliva, e anche i prezzi di questi due tipi di oli sono differenti. Per questo, Montera è finito sotto processo per il reato di frode in commercio. Ieri mattina per lui, in tribunale a Macerata, si è tenuta la prima udienza davanti al presidente della sezione penale Roberto Evangelisti. Il magistrato ha disposto che tutti i testimoni, quelli dell’accusa citati dal pubblico ministero Lorenzo Pacini, e quelli della difesa, indicati dall’avvocato Silverio Sica, siano sentiti nella prossima udienza, che è stata fissata a ottobre dell’anno prossimo. Poi ci sarà la sentenza. Anche Montera potrà dare la sua versione dei fatti e respingere l’accusa.