Erba troppo alta e giochi pericolosi al parco

Viaggio del Carlino nelle aree verdi della città, prima tappa in via Maroncelli. Tunnel e scivolo rotti, cartelli divelti e lasciati a terra

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di Francesco Rossetti

Erba incolta e giochi pericolosi per i bambini: è quanto emerge visitando il parco di via Maroncelli, nella zona di Santa Maria Apparente. E’ da qui, infatti, che parte il viaggio del Carlino per esaminare lo stato delle aree pubbliche cittadine.

D’altronde, ora che le temperature sono da bollino rosso, è facile che i civitanovesi preferiscano trovare refrigerio all’ombra di fusti e in angoli verdi dei rioni, dove i bambini possono intrattenersi qualche oretta tra scivoli, altalene e dondoli giganti. Incontrano qualche difficoltà, però, i più piccoli che decidono di farlo in via Maroncelli, dove, tra un palazzina e l’altra sorge un piccolo parco munito anche di un’area sgambamento per i cani. Scivoli bucati e non ancora riparati, corde vecchie e malconce, pezzi di staccionata spezzati che minacciano i passanti puntando al cielo i chiodi arrugginiti della loro esistenza. Infine, un palo divelto giace disteso nel punto d’ingresso dell’area e spicca l’immagine forte della sua radice di cemento, dapprima base sicura contro ogni intemperia ora ammasso di materia fuori luogo in un contesto di natura. In realtà, al primo impatto, sembrerebbe versare in discrete condizioni il parchetto di via Maroncelli, non fosse per l’erba seccata dal sole accecante di questa prima parte d’estate. A ciò, però, difficile porvi rimedio.

Tuttavia, da più accurata disamine, vengono al pettine tutti i nodi che, uniti, disegnano un quadro di insicurezza. L’attrattiva maggiore per gli infanti è una costruzione che mostra tutte le ferite degli anni: i piccoli dediti a slittare in quel tunnel giallo lucente rischiano di ferirsi tra i buchi della plastica e non va affatto meglio nel vicino scivolo. Guai a infilare le manine tra i taglienti squarci dell’attrezzo. Se la plastica non gode di buona salute, il legno non è certo nel fiore dei suoi anni, con i punti di giunzione tra una colonna e l’altra che tentano in tutti i modi di salvarsi dal tragico epilogo del marciume. Un discorso a parte meritano le corde su cui tenersi in equilibrio a due metri dal suolo: "spelacchio" le si definirebbe se fossimo a Roma e intanto i ferri fuoriescono. Va detto, però, che non si ravvisa la medesima situazione per quanto riguarda i piccoli cavalli colorati, che sono sani e ci si può dondolare tranquillamente. Una fontana, a inizio parco, è in grado di dissetarci. Ma è otturato lo scolo, così l’acqua invade il terreno circostante e ne gode la vegetazione circostante che, a differenza di tutta la restante area, si tramuta in erbaccia incolta e rigogliosa. Chi troppo, chi niente anche per i ciuffi di un prato. Infine la zona per cani: anche qui c’è una netta differenza fra i punti dove l’erba è troppo alta e le zone la cui aridità ricorda ai rispettosi delle regole che c’è ancora chi non getta il bisogno nella spazzatura.