"Finge incidente per risarcimento", condannato

Aveva provato a spacciare un danno alla sua auto per la conseguenza di un incidente, così da avere il risarcimento. Ma il trucco è stato scoperto, e dopo aver ricevuto 1.800 euro, si ritrova condannato un anno e quattro mesi di reclusione e a dover risarcire con duemila euro la compagnia. Non ha funzionato il trucco ideato da Alessandro Rumbolo, 40enne di origini casertane all’epoca residente in zona. Nel 2015 aveva danneggiato la sua Toyota Yaris. Non trattandosi di uno dei casi coperti dalla polizza, ebbe l’idea di fingere di aver avuto un incidente con la Fiat Punto presa a noleggio da una donna. L’assicurazione pagò dunque il dovuto. Ma quando la Punto fu restituita al proprietario, e venne fuori la storia dell’incidente, questi negò tutto anche perché la Fiat era del tutto illesa: non c’era stato alcun incidente. Il caso fu segnalato alla procura e partirono le indagini, dopo le quali furono accusati di frode assicurativa sia Rumbolo, sia la sua amica, sia il noleggiatore della Punto. Dato però che ormai il reato è quasi prescritto, l’avvocato Roberta Rossini, che assiste la Unipol, ha chiesto di definire almeno la vicenda di Rumbolo, che non si è mai presentato in aula e non aveva testimoni a difesa. Così ieri si è chiuso il processo per lui. Il pm Tassi ha chiesto la condanna a un anno di reclusione, l’avvocato Giorgio De Seriis ha insistito sul ruolo dei coimputati, ma alla fine il giudice Marika Vecchiarini ha inflitto al campano la pena di un anno e quattro mesi con la sospensione condizionale, ordinandogli anche di risarcire subito la Unipol con duemila euro. Il processo per gli altri due è stato stralciato, ma tra pochi giorni sarà tutto prescritto.

Paola Pagnanelli