Civitanova, raffica di furti sui pescherecci

Sos sicurezza al porto: tre barche nel mirino, indagano i carabinieri

CACCIA ALLA BANDA I carabinieri indagano sui furti messi a segno in porto: nel mirino i pescherecci Galileo, Maria Madre e Kondor

CACCIA ALLA BANDA I carabinieri indagano sui furti messi a segno in porto: nel mirino i pescherecci Galileo, Maria Madre e Kondor

Civitanova, 29 aprile 2018 - E' ripresa la spirale dei furti nei pescherecci. L’altra notte, qualcuno s’è introdotto di soppiatto a bordo dello scafo Galileo, ormeggiato all’inizio del molo est del porto. Ha avuto un bel po’ di tempo per fare il proprio comodo, perché ieri mattina, tornando lì come d’abitudine, uno dei proprietari ha trovato tutti gli ambienti in disordine. Oltre che in cabina, l’intruso era entrato in cucina, dove aveva lasciato spalancati tutti gli sportelli, e nelle cuccette, dabbasso.

Per fortuna... tanto rumore per nulla, verrebbe voglia di dire. Perché, almeno a prima vista, pare non sia stato asportato alcunché. Per la verità il mascalzone era ben intenzionato a trafugare apparecchiature di rilievo, avendo provveduto a staccare i cavi del radar e di altre attrezzature importanti, più o meno costose. Ma forse c’è stato un inghippo in extremis (un po’ di inattesa movida sulle banchine, verosimilmente), che ha consigliato all’aspirante ladro di rinfoderare i suoi aneliti, per scongiurare il rischio di essere pizzicato con la marmellata sulle dita.

Non era andata altrettanto bene qualche notte prima agli armatori del Maria Madre. In questo caso, il ladruncolo è riuscito nel suo intento, trafugando il macchinario satellitare gps e qualche altro marchingegno di bordo, per un valore ignoto ma comunque, di sicuro, per niente trascurabile.

Nelle stesse ore è stato preso di mira, mentre era attraccato, l’altro motopesca Kondor. Ma, com’è capitato poi al Galileo, in questo caso il balordo s’è limitato suo malgrado a fare solamente il ficcanaso: tanto polverone a bordo, ma (almeno così pare) nisba bottino. Ha fatto però danni collaterali, forzando vari ingressi. Chissà se le telecamere sparpagliate nel porto saranno stavolta incisive, al punto da dare una mano agli inquirenti nell’identificazione dei responsabili. L’anno scorso i pescatori provarono a mettersi d’accordo fra loro per reclutare un vigilante cui affidare la sorveglianza delle barche. Finì in una bolla di sapone, perché non tutti volevano cacciar fuori i soldi.