San Ginesio, ladri nella chiesa inagibile

Raid a Santa Maria. Rubati ex voto e oggetti sacri

Sono intervenuti i carabinieri

Sono intervenuti i carabinieri

San Ginesio (Macerata), 15 marzo 2019 - La porta della sacrestia aperta e la finestra rotta hanno insospettito i parrocchiani, che hanno subito allertato padre Mario Ricciatelli. Questi, a sua volta, giunto sul posto, si è reso conto che nella chiesetta terremotata di Santa Maria Bambina, a San Ginesio, mancavano all’appello una ventina di ex voto, in particolare cuoricini d’argento, il calice per la celebrazione eucaristica e la patena, ovvero il piattino, entrambi in metallo dorato. Un bottino fatto di oggetti sacri, che dovrebbe aggirarsi intorno a un migliaio di euro, secondo le prime stime. «Poche cose, l’essenziale, ma in pratica tutto quello che hanno trovato – commenta il sacerdote –, perché all’interno non c’era altro».

L’edificio sacro si trova in alto, in contrada Poggio D’Acera, in una zona in cui abitano otto o nove famiglie e già prima del terremoto vi si diceva messa soltanto qualche volta all’anno; rientra nella parrocchia di San Michele Arcangelo, nella frazione di Passo San Ginesio. «La chiesa si trova in montagna, in un’area piuttosto isolata – racconta padre Ricciatelli –. Eppure alcuni anni fa, prima che arrivassi, era già stata presa di mira dai ladri, che portarono via una pala di valore di fronte all’altare. Stavolta hanno trovato poco o niente, ma non è tanto il danno economico, quanto quello spirituale. Hanno rubato in una chiesa». Gli ex voto sono oggetti offerti in dono per una grazia ricevuta o in adempimento di una promessa. La denuncia alla caserma è stata sporta ieri mattina, ma non si sa con precisione a quando risale il furto. I parrocchiani hanno trovato la porta spalancata mercoledì verso l’ora di pranzo, ma la visita dei ladri potrebbe essere avvenuta giorni prima. La zona non è munita di telecamere. Le scosse di ottobre hanno ferito soprattutto la sacrestia e la struttura è stata dichiarata inagibile. San Ginesio è conosciuto anche come il paese delle cento chiese, ma il terremoto ha provocato la chiusura di tutte. Le opere d’arte e i pezzi di valore, salvati dalle macerie, sono stati messi in sicurezza dai carabinieri del nucleo per la tutela beni culturali, dalla soprintendenza poi da vigili del fuoco.