Civitanova, gioielliera aggredita e rapinata da due banditi

Manola Gironacci minacciata con la pistola, i ladri le hanno strappato borsa e catenina

I carabinieri di Civitanova stanno cercando di risalire agli autori dell’aggressione

I carabinieri di Civitanova stanno cercando di risalire agli autori dell’aggressione

Civitanova, 11 agosto 2018 - Ancora un grave atto di violenza a Civitanova, a pochi giorni dall’aggressione subìta da Daniele Maria Angelini, davanti alla porta di ingresso della sua farmacia, in piazza XX Settembre. Vittima del nuovo episodio delinquenziale è Manola Paola Gironacci, contitolare con il fratello della rinomata gioielleria Ibis, in corso Umberto. Massimo riserbo sulla vicenda, oggetto di indagini da parte dei carabinieri sotto il coordinamento del comandante della Compagnia, il maggiore Enzo Marinelli. Molto incerta anche la dinamica dei fatti nei quali è maturata l’aggressione a scopo di rapina e il teatro dei luoghi dove essa si è verificata.

Un riserbo assoluto più che giustificato, vista la delicatezza delle indagini. Secondo una prima ricostruzione, la Gironacci è stata aggredita appena buio – l’altroieri verso le 21 – tra Porto Potenza e Civitanova, mentre rientrava da Ancona, dove pure ha un punto vendita, diretta verso la sua boutique di corso Umberto. Un’auto si è parata davanti alla sua, dopo averla sorpassata, costringendola ad accostare. Due uomini sono scesi, aperto la portiera e minacciato la donna con una pistola. Quindi le hanno strappato la borsa che aveva con sé, oltre a una catenina che aveva al collo. La donna ha cercato di resistere, ma nulla ha potuto contro i rapinatori, che nella breve colluttazione le hanno provocato anche delle lievi lesioni al braccio e al collo. Poi i rapinatori si sono dati alla fuga, approfittando del fattore sorpresa e senza dare alla vittima la possibilità di annotare né il numero di targa (presumibilmente contraffatta), né il tipo di auto. Ma c’è anche un’altra versione dei fatti. Manola, dopo la chiusura della boutique, stava facendo ritorno nella casa di campagna, quando lungo il percorso ha trovato una auto di traverso.

Istintivamente potrebbe avere pensato a un incidente, e invece si trattava di una strategia per indurla a fermarsi. E qui sarebbe avvenuta l’aggressione. Dopo la fuga dei malviventi, la donna ha trovato il modo di mettersi in contatto coi familiari e quindi di rientrare in casa. Lo strappo – dicevamo – le ha procurato delle leggere lesioni e ieri mattina si è recata al pronto soccorso per le cure del caso. Più che le ferite fisiche, comunque, sono quelle psicologiche difficili da curare, anche perché, poi, tutto riemerge dalla memoria e la memoria riporta alla luce un’altra rapina alla sua gioielleria consumata una quindicina di anni fa sempre nella boutique di corso Umberto. In quell’occasione il bottino fu cospicuo. Allora tre o quattro furono gli autori: due, armati di pistola, sono entrati nel suo negozio, arraffando tutto ciò che era possibile; il complice, o i complici, aspettavano nell’auto all’esterno, dileguandosi e poi sgommando a rapina consumata. Non si conosce, invece, il bottino arraffato nell’episodio dell’altra sera. Lei si limita a dire «diversi valori» contenuti in borsa, oltre alla catenina.. Una estate rovente, quindi. E mentre molti si accingono ad andare in vacanza, mare, montagna, città d’arte o estero che sia, unica categoria alla quale le ferie non interessano, purtroppo, è poi quella della delinquenza.