"Gli aumenti hanno portato meno lavoro"

Si lamentano i commercianti di generi alimentari: tra i clienti c’è chi ha ridotto del 50% il budget di spesa e chi ha eliminato gli sfizi

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"Gli aumenti ci stanno mettendo in difficoltà". Anche i negozi di generi alimentari stanno soffrendo per le oscillazioni nei prezzi e le testimonianze mostrano la preoccupazione dei commercianti. Come nel caso di Annamaria Orlandi, della Bottega della Cuccagna: "Il rialzo in diverse voci del nostro settore sta diventando eccessivo, in particolare le farine sono schizzate del 30-40%. Per fare un altro esempio, la galantina ha visto triplicare il prezzo per la difficoltà a trovare i polli. I clienti sentono questa aleatorità, ci sono giorni in cui facciamo incassi nella norma, ma in linea di massima se prima molti spendevano 10, buona parte ha ridotto il budget del 50%. Ormai si punta al necessario e gli sfizi vengono accantonati". Sono simili anche le osservazioni di Laura Mazziero, del negozio Marù, che cerca di affrontare la situazione con una positività che spera di trasmettere anche ai clienti: "Purtroppo il rincaro si è percepito. La batosta più grande giunge dall’aumento dei carburanti. Sul cucinato abbiamo mantenuto gli stessi prezzi, però anche sui prodotti non direttamente interessati dalla guerra, è difficile non applicare un aumento per sopperire alle spese. Ad esempio, acquistiamo la farina da una ditta di Pesaro e i costi del trasporto sono aumentati. Il lavoro è calato a fine febbraio e ora ci stiamo riprendendo. Giustamente i clienti a parità di stipendio cercano soluzioni alternative, se prima si servivano da noi per pranzo a cena, ora magari rinunciano ad uno dei due pasti pronti. Però il nostro impegno rimane lo stesso, donare un sorriso ai clienti, a chi viene da noi nonostante sia in difficoltà". A fare un’analisi approfondita dei rincari fra le categorie di prodotti è Armando Romitelli, dell’alimentari Romitelli: "La pasta ha ricevuto l’aumento più sensibile, assieme all’olio di semi che è sempre più richiesto. Parliamo di una forbice che va dai 30 ai 50 centesimi ulteriori che andiamo a pagare noi commercianti e che purtroppo si ripercuotono anche sui clienti. Invece il pane aveva già ricevuto questo trattamento verso dicembre e ora non sembra che ci siano ulteriori ricarichi. Ciò va a minare la sicurezza di chi viene a comprare da noi, in molti sono spaventati e preferiscono ridurre la spesa". Alessandro Boschi, di Tre Torri, ha riscontrato nel punto vendita di Corso Vittorio Emanuele anche altri problemi: "La clientela si è ridotta, in particolare durante la settimana. La bolletta dell’energia elettrica ci sta massacrando, dato il tipo di esercizio dobbiamo tenere accesi molteplici frigoriferi e banconi. Non avevamo mai spento le luci la notte, ma ora ci troviamo costretti a farlo". Vincenzo Forani dell’alimentari Geos, invece, a fronte di alcune scelte sta riuscendo ad affrontare il periodo con un piglio diverso: "Indubbiamente i clienti spendono un po’ meno e i prezzi di frutta e verdura sono aumentati, ma per fortuna non stiamo notando molto la crisi. Abbiamo dovuto prendere delle decisioni, come quella di non avere più dipendenti e di portare avanti l’attività solo con membri del nucleo familiare, però non possiamo lamentarci".

Enrico Panichelli