I pescatori non vogliono dividersi

Il ritorno in mare tra domani e lunedì, ma avverrà con il costo del gasolio ancora più alto di prima

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L’assemblea degli armatori civitanovesi, tenuta ieri nel salone del mercato ittico, non ha ratificato formalmente l’ipotesi di accordo di giovedì fra le marinerie regionali e così non è ancora scontato che i 30 pescherecci della nostra flotta a strascico torneranno in mare già domani notte dopo due settimane di ininterrotta serrata. Ma, così non fosse, è pressoché certo che gli scafi uscirebbero la notte successiva. A frenare è soprattutto Francesco Caldaroni, spalleggiato da non pochi pescatori. Lui ne fa soprattutto una questione di stile e di principio. E’ del parere che la nostra marineria, in prima fila finora nel blocco dell’attività, nel proselitismo in tutti i porti d’Italia e nelle proteste ad Ancona e a Roma, non farebbe una bella figura se fosse tra le prime a riprendere il lavoro mentre altri colleghi, specie della sponda adriatica da Pescara in giù, sono sempre decisi a proseguire la lotta se non addirittura ad intensificarla. Il problema è che ad Ancona e a San Benedetto gli armatori sembrano pronti ormai a scaldare i motori per domani notte. Ed è chiaro che, se loro usciranno in mare, avrebbe poco senso che i civitanovesi se ne restassero in disparte quand’anche per sole 24 ore. Ecco perché almeno una metà dei nostri pescatori intende riprendere il largo prima possibile anche se sarebbe una sconfitta morale per tutti rimettersi in moto con un costo del gasolio ancora più alto di quando venne deciso il blocco. Nelle prossime ore le due "anime" cittadine proveranno a mettersi d’accordo per scongiurare una spaccatura che farebbe male alla categoria. Ieri ci si è confrontati anche sul pacchetto settimanale delle ore di pesca. L’ipotesi delle 48 ore ha calamitato molte adesioni ma non l’unanimità dei consensi.

Mario Pacetti