Il Banco Marchigiano arriva fino al Gran Sasso

Dal 1° ottobre operativa la fusione con l’istituto abruzzese: 196 dipendenti, 28 filiali al servizio di 106 comuni. Palombini: "Una sfida che ci entusiasma"

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di Michele Mastrangelo

Il Banco Marchigiano guarda oltre i confini regionali. Dal 1° ottobre, infatti, è ufficiale la fusione dell’istituto di credito di Civitanova con la Banca del Gran Sasso d’Italia, nata nel gennaio del 2015. La nuova realtà amplifica la sua capillarità tra Marche e Abruzzo, con 28 filiali (3 del Gran Sasso d’Italia) suddivise su sei province (Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Fermo, Teramo, L’Aquila). Le filiali serviranno complessivamente 106 comuni e 11.509 soci (di cui 9.120 del Banco). Sono 196 i dipendenti. Focalizzandosi ancora sui numeri, la nuova banca ha un patrimonio di 75 milioni di euro (70 milioni del Banco e cinque del Gran Sasso d’Italia), con un attivo patrimoniale pari ad un miliardo e 118 milioni di euro. Gli impieghi lordi sono pari a 585 milioni di euro, per una raccolta totale di un miliardo e 159 milioni di euro, mentre i fondi intermediati ammontano ad un miliardo e 709 milioni di euro (i dati sono frutto del consuntivo 2020 e del piano strategico 202124). Soddisfatto dell’operazione, il presidente del Banco, Sandro Palombini: "Diamo vita ad una nuova realtà – le sue parole – che rappresenta un ulteriore step di crescita che ci porta un orizzonte di operatività non più solamente regionale, ma interregionale. Accettiamo con entusiasmo la sfida di misurarci con nuovi territori, nuovi fabbisogni e nuove attività da sviluppare". "Questa nuova realtà – prosegue Marco Bindelli, vice presidente del Banco Marchigiano – si evidenzia nel panorama del credito cooperativo per numeri e copertura territoriale importanti". Il direttore generale del Banco, Marco Moreschi, ha quindi posto l’accento sull’obiettivo "di fare sistema e sostenere lo sviluppo di famiglie e piccole medie imprese". Il nuovo Cda della banca è composto da 13 membri (11 del Banco e due della Banca del Gran Sasso, a cui è andato anche il ruolo di vice-direttore). "Si tratta di una pagina importante per la storia della Banca del Gran Sasso d’Italia - le conclusioni del suo presidente Giulio Cesare Sottanelli - che da questa fusione strategica esce ’rivalutata’ e ancora più forte di prima".