Il Tar al Comune: "Risarcisca l’agenzia Samesi"

L’area privata sarebbe stata occupata da una condotta fognaria: "Deve essere riconosciuto un indennizzo per i danni subiti"

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L’ingresso del Tar di Ancona.

di Paola Pagnanelli

Nuovo capitolo nella battaglia giudiziaria tra la società Samesi e il Comune. Nel mirino questa volta c’è la realizzazione della conduttura fognaria per la zona tecnico-distributiva nel terreno del privato: operazione che andrà sanata con in risarcimento anche per i proprietari, nel termine di quattro mesi. La questione ruota intorno a un terreno che si trova all’interno della zona ridisegnata – a suo tempo – con il progetto della Civita Park. Già dagli anni Ottanta, il Comune avrebbe occupato il terreno della Samesi Immobiliare per realizzare una condotta fognaria. La società lo aveva però scoperto solo nel 2012, quando erano stati avviati dei lavori di scavo per una modifica parziale della condotta. Da qui è partito l’ultimo ricorso al Tar, firmato dall’avvocato Salvatore Menditto. In tribunale il Comune di Civitanova, assistito dall’avvocato Massimo Ortenzi, ha optato per l’acquisizione sanante del bene, procedura già avviata, in base a quanto documentato. Il Tar ha dunque stabilito che quella procedura sia completata, e ha previsto che alla Samesi sia riconosciuto un indennizzo per i danni subiti, indicato in via forfettaria nel 10 per cento del valore del bene, con il risarcimento del danno per il periodo di occupazione senza titolo. Per fare tutto questo, il Tar ha dato 120 giorni di tempo al Comune. Naturalmente l’amministrazione potrà fare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza. La controversia tra Samesi Immobiliare e Comune è per altro più articolata.

La società infatti aveva contestato la variante della zona tecnico-distributiva, le sue obiezioni erano state accolte e sulla base di queste era stata avanzata una richiesta risarcitoria di sette milioni e 800mila euro: la procedura illegittima avviata e conclusa dal Comune con la zona commerciale avrebbe infatti bloccato i progetti della proprietà per quel terreno. Il Consiglio di Stato aveva respinto la domanda di risarcimento, ma aveva ordinato al Comune di rimuovere gli oneri urbanistici previsti per quell’area. Su questo punto, rileva la Samesi, l’amministrazione non ha ottemperato alla sentenza, e non ci sono state le modifiche nel Prg indicate dal tribunale amministrativo: questo creerebbe un danno ulteriore alla società, perché sul terreno oggi pesano ancora quegli oneri urbanistici che gli tolgono valore e appetibilità. La questione insomma non è chiusa.