"In Bolivia per una missione umanitaria"

Cingolani e la moglie aiutano i bambini nei villaggi: "Una gioia immensa, ho lasciato il lavoro perché sentivo che mi mancava qualcosa"

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di Ennio Ercoli

Sirio Cingolani di Civitanova e Martina Luchi di Milano (marito e moglie dalla vocazione umanitaria universalistica) dal 4 dicembre sono volati da Fontespina alla Bolivia, a 4.000 metri di altitudine, per seguire a Penas tanti bambini nei piccoli villaggi dove si vive di poco e di essenziale. "In questa prima settimana ci siamo ambientati per l’altitudine, facendo i conti con l’ossigeno – spiegano i due protagonisti –. Tutto sta andando per il verso giusto e stare con i bimbi è davvero una gioia immensa. Ci si sente infinitamente utili". "Siamo approdati in Bolivia dopo un tour da volontari in Africa (Guinea-Bissau, Congo e Sudan), perché eravamo in contatto da tempo con un sacerdote di Bergamo, don Antonio Caglioni (80 anni) e una Ong lombarda. Avevamo già visitato la Bolivia, per cui eravamo preparati sotto ogni profilo".

Come mai questa vostra scelta di vita?

"Ho lavorato per 16 anni presso la Ica dei fratelli Paniccia (vernici) – risponde Sirio – dopo essermi diplomato in ragioneria all’Istituto Corridoni nel 2001. Nell’azienda, moderna e internazionale mi sono trovato benissimo a livello professionale. Anche a casa non mi è mancato mai nulla, perché mio padre è stato bancario presso la Bcc di Civitanova e Montecosaro. E’ da poco in pensione. Però man mano che andavo avanti negli anni sentivo che c’era qualcosa di più grande e significativo da perseguire. Questo sentimento mi ha messo in ricerca. Il destino della vita mi ha permesso quindi di incontrare Martina, milanese, laureata in lingue, vissuta anche in Valle d’Aosta, che è approdata a Civitanova per insegnare inglese e francese alla Wall Street. Uscivamo insieme, poi è emerso che anche lei era animata da sentimenti paralleli ai miei. Era già stata in Africa diverse volte come guida Safari. Aveva una visione internazionale. Man mano che la nostra amicizia è cresciuta si è trasformata in amore e in programmazione comune della vita una volta sposati. Matrimonio nel 2021 nel Santuario di Santa Maria Apparente. La nostra strada ha cominciato a delinearsi dopo un viaggio di 10 giorni negli Usa. Quindi grazie ai Padri Comboniani siamo stati in Guinea-Bissau, poi con una Ong di Lecco abbiamo studiato la possibilità di andare in Sudan, ma il colpo di Stato ci ha costretti a rinviare tutto. Con una Ong di Roma siamo così partiti per Kinshasa (Congo) dove abbiamo svolto il nostro servizio presso l’ospedale Kimbondo, una cittadella sanitaria. Successivamente siamo riusciti a raggiungere Khartum, in Sudan, dove la temperatura arriva a 47 gradi. Dal febbraio al mese di luglio di quest’anno siamo stati al fianco delle sorelle di Madre di Calcutta, che si occupano di un orfanotrofio. Finita questa esperienza è emersa la possibilità per cambiare, come dire, punti cardinali e di volare in Bolivia, in Sudamerica,dove stiamo vivendo un’emozionante avventura umanitaria, crediamo molto arricchente ma anche tutti gli amici e i giovani che ci seguono, ai quali vogliamo esternare questa nostra gioia". Magari, così, da poter coinvolgere altre persone.