Insulti, botte e minacce alla moglie: condannato un allenatore

Ossessionato da presunti tradimenti, tormentava la donna con deliri di gelosia. Il 53enne dovrà scontare tre anni e due mesi

Ubriaco e geloso fino alla follia, tormentava la moglie con insulti, botte e minacce di morte. Ma ieri è stato condannato un allenatore sportivo residente a Porto Recanati. I fatti sarebbero venuti fino a gennaio del 2020, quando poi lei se ne era andata di casa cercando rifugio dal fratello. La donna aveva raccontato che il marito, un 53enne, spesso esagerava con gli alcolici, e quando tornava a casa ubriaco la maltrattava sia con gli insulti che con le percosse. Più volte l’aveva minacciata di morte, anche per telefono e anche in sua assenza di fronte ad altre persone. In alcuni casi, la minaccia era stata ancora più inquietante perché fatta con un coltello. Ossessionato da presunti tradimenti della moglie, l’uomo la tormentava con deliri di gelosia, arrivando a romperle il cellulare pur di controllare i messaggi e le chiamate della donna.

Alla fine lei, temendo per la sua incolumità, si era decisa a scappare da quell’inferno e a raccontare tutto ai carabinieri. In tribunale a Macerata, la portorecanatese aveva confermato tutte le accuse, ribadendo quanto già dichiarato al momento della denuncia. Ieri mattina, dopo aver ascoltato tutti i testimoni, si è chiuso il processo. Il pubblico ministero Rosanna Buccini, indicando gli elementi a conferma della versione della donna, ha chiesto la condanna a cinque anni di reclusione per l’imputato, per il reato di maltrattamenti in famiglia. L’avvocato Vanni Vecchioli invece ha ridimensionato gli episodi. Alla fine il collegio presieduto dal giudice Andrea Belli ha condannato l’uomo alla pena di tre anni e due mesi di reclusione. Il risarcimento per la moglie, che era parte civile con l’avvocato Antonietta Mellone, dovrà essere quantificato con un altro processo. Il 53enne però potrà fare appello contro la condanna, per far valere la propria versione della vicenda.

Paola Pagnanelli