di Paola Pagnanelli Per gli insulti volgari e sessisti contro l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, è stato condannato a 600 euro di multa il presidente del consiglio comunale Fausto Troiani. Inoltre, l’esponente di Vince Civitanova dovrà anche risarcire subito la parlamentare con tremila euro. La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio in tribunale a Macerata, su fatti che risalgono al giugno 2015. All’epoca, Troiani era finito nel mirino della procura per una serie di post pubblicati sulla sua pagina Facebook, nei quali metteva alla berlina diversi politici nazionali e non solo, con epiteti a volte non proprio politicamente corretti. Tra questi uno contro Laura Boldrini. L’esponente del Pd in quel periodo aveva chiamato il giornalista Gad Lernder a collaborare con la Camera, e sulla pagina Fb di Troiani era stata riportata la notizia con un commento: "una tr..a e un fr...o chissà quali oscenità combineranno". Qualche tempo dopo, si era aggiunto un altro commento, nel quale Boldrini era definita "un cesso". "Parole offensive e inaccettabili nei mei confronti", aveva detto al giudice l’ex portavoce dell’Alto commissariato per le Nazioni unite, quando era stata chiamata in tribunale a Macerata per raccontare la vicenda. Boldrini in rete, in quel periodo, era oggetto di una autentica campagna di odio, contro la quale lei aveva deciso di difendersi a nome anche di tante vittime delle diffamazioni via social. "Appena terminato il mio incarico alla Camera nel 2017, perché non si dicesse che abusavo di quella posizione, ho iniziato a perseguire questi commenti – aveva spiegato –. È inaccettabile che insulti misogini e sessisti siano derubricati a goliardia. Non mi sembrava giusto lasciare correre, mi sembrava doveroso nei confronti delle nostre figlie e dei nostri figli tentare di arginare questo odio. Non si può offendere una persona e poi dire che era una battuta". Ieri, nell’ultima udienza, il pm Luisella Tassi ha chiesto la condanna a un anno per l’imputato, ricordando che Troiani si era fatto intervistare da un quotidiano online e non aveva mai smentito di essere l’autore di quei commenti; aveva detto invece di non sapere che la sua pagina Facebook fosse leggibile e aperta per chiunque. Alla richiesta di condanna si è associato l’avvocato Roberto Acquaroli, in sostituzione del collega Dario Piccioni, parte civile per Boldrini. L’avvocato difensore Gianluigi Boschi ha invece ribadito che non c’era alcuna prova su chi fosse stato l’autore di quei post, e che agli atti non c’era neppure l’indirizzo Ip da cui provenivano, e per questo ha chiesto l’assoluzione. Alla fine il giudice Marika Vecchiarino ha ritenuto colpevole il politico civitanovese, e gli ha inflitto una multa con il beneficio della sospensione condizionale. Troiani farà sicuramente appello, ma la prescrizione ormai è prossima.

Cronaca

di Paola Pagnanelli
Per gli insulti volgari e sessisti contro l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, è stato condannato a 600 euro di multa il presidente del consiglio comunale Fausto Troiani. Inoltre, l’esponente di Vince Civitanova dovrà anche risarcire subito la parlamentare con tremila euro. La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio in tribunale a Macerata, su fatti che risalgono al giugno 2015. All’epoca, Troiani era finito nel mirino della procura per una serie di post pubblicati sulla sua pagina Facebook, nei quali metteva alla berlina diversi politici nazionali e non solo, con epiteti a volte non proprio politicamente corretti. Tra questi uno contro Laura Boldrini. L’esponente del Pd in quel periodo aveva chiamato il giornalista Gad Lernder a collaborare con la Camera, e sulla pagina Fb di Troiani era stata riportata la notizia con un commento: "una tr..a e un fr...o chissà quali oscenità combineranno". Qualche tempo dopo, si era aggiunto un altro commento, nel quale Boldrini era definita "un cesso". "Parole offensive e inaccettabili nei mei confronti", aveva detto al giudice l’ex portavoce dell’Alto commissariato per le Nazioni unite, quando era stata chiamata in tribunale a Macerata per raccontare la vicenda. Boldrini in rete, in quel periodo, era oggetto di una autentica campagna di odio, contro la quale lei aveva deciso di difendersi a nome anche di tante vittime delle diffamazioni via social. "Appena terminato il mio incarico alla Camera nel 2017, perché non si dicesse che abusavo di quella posizione, ho iniziato a perseguire questi commenti – aveva spiegato –. È inaccettabile che insulti misogini e sessisti siano derubricati a goliardia. Non mi sembrava giusto lasciare correre, mi sembrava doveroso nei confronti delle nostre figlie e dei nostri figli tentare di arginare questo odio. Non si può offendere una persona e poi dire che era una battuta". Ieri, nell’ultima udienza, il pm Luisella Tassi ha chiesto la condanna a un anno per l’imputato, ricordando che Troiani si era fatto intervistare da un quotidiano online e non aveva mai smentito di essere l’autore di quei commenti; aveva detto invece di non sapere che la sua pagina Facebook fosse leggibile e aperta per chiunque. Alla richiesta di condanna si è associato l’avvocato Roberto Acquaroli, in sostituzione del collega Dario Piccioni, parte civile per Boldrini. L’avvocato difensore Gianluigi Boschi ha invece ribadito che non c’era alcuna prova su chi fosse stato l’autore di quei post, e che agli atti non c’era neppure l’indirizzo Ip da cui provenivano, e per questo ha chiesto l’assoluzione. Alla fine il giudice Marika Vecchiarino ha ritenuto colpevole il politico civitanovese, e gli ha inflitto una multa con il beneficio della sospensione condizionale. Troiani farà sicuramente appello, ma la prescrizione ormai è prossima.

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Insulti social alla Boldrini, condannato Troiani

Il presidente del consiglio comunale dovrà pagare 600 euro di multa, oltre al risarcimento di tremila euro all’ex deputata per i fatti del 2015

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