La paziente a cena con i medici: "Sono sempre pronti ad aiutarmi"

Mattea Gottardo ha voluto ringraziarli uno ad uno. I sanitari: "Ci hai donato tanto. con la tua contagiosa risata"

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Una cena con i medici che le hanno salvato la vita, poi le dediche e le lacrime. Culmina così la storia di Mattea Gottardo, pizzaiola civitanovese di origini pugliesi, a cui nel 2010 le è stata diagnosticata la ‘Pannicolite cronicizzata e fascite con elefentiasi’. Una vicenda, la sua, che parla di una malattia rara: quel braccio sinistro che si gonfia raggiungendo dimensioni abnormi – siamo nel 2010 –, i dolori che via via si fanno sempre più lancinanti e infine l’amputazione. Poi, il male continua ad annidarsi nel corpo di Mattea ed ecco una nuova complicanza agli arti inferiori che termina in paraplegia. Nonostante ciò, la pizzaiola non ha mai smesso di sorridere e, addirittura, di sfornare margherite e capricciose. Anche con un braccio solo, perchè c’è un mondo nuovo oltre il muro della malattia. Negli anni, il legame tra la Gottardo e il personale dell’ospedale cittadino si è fatto sempre più stretto, tanto che al ristorante ‘Locanda dei Cavalieri’ si è svolta una cena con ospiti lei e gli stessi sanitari. Poi è stato un susseguirsi di testimonianze d’affetto. "Ringrazio il dottor Riccardo Centurioni, è colui che è stato il primo a scoprire la mia maledetta malattia, il dottor Massimo Del Papa, sempre presente in ogni mio ricovero, le immancabili dottoresse Cristiana Verducci, Sara Bartola e Milena Mirabile, la primaria del reparto di medicina Maria Luisa Minnucci, sempre pronta ad aiutarmi, il dottor Daniele Mazzaferro e l’infermiere Bob che mi sopportano tutti i mesi. Ancora, l’infermiera Barbara Iacolina, costantemente al mio fianco, l’amica della cucina Elide Mariani e la caposala Giacinta Manfroni. Infine, un grazie a mio marito Maurizio Angelomè che da 31 anni è sempre con me". E’ il tributo commosso di Mattea Gottardo, cui sono seguite le parole sincere dei sanitari: "Ci hai donato tanto – scrivono in una lettera i sanitari – con la tua contagiosa risata, con la generosità. Porta con te il nostro affetto che mai diminuirà, la nostra stima e il nostro grazie per averci affidato la vita in maniera incondizionata".

Francesco Rossetti