"Lavoratori sfruttati". Imprenditore a giudizio

"Caporalato per la distribuzione dei volantini pubblicitari, nove dipendenti stranieri sottopagati e minacciati se protestavano"

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di Paola Pagnanelli

Caporalato per la distribuzione dei volantini pubblicitari: lavoratori sottopagati, sfruttati e minacciati appena osavano protestare. È questa l’accusa di cui deve rispondere l’imprenditore civitanovese Danilo Vesprini. Per lui l’anno scorso era scattata anche la sospensione temporanea dell’attività, ma l’imputato assicura di poter dimostrare la sua totale innocenza. I fatti, che sarebbero avvenuti a Civitanova dal 2018 fino al febbraio dell’anno scorso, sono stati al centro di una indagine mirata condotta dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro, guidati dal maresciallo capo Martino Di Biase. Secondo quanto emerso dagli accertamenti, l’azienda pubblicitaria New Star, che si occupa della distribuzione di volantini pubblicitari, avrebbe arruolato alcuni stranieri come dipendenti, ma sfruttandoli e approfittando del loro stato di bisogno, visto che alcuni avevano una famiglia da mantenere oppure dovevano ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno. Sebbene i lavoratori avessero dei contratti a tempo parziale, per 18 ore complessive settimanali, sarebbero stati costretti a lavorare ogni giorno dalle 8.30 alle 17, con un’ora di pausa per il pranzo.

La paga sarebbe stata di 35 euro al giorno, meno di quanto previsto dal contratto. Inoltre non ci sarebbero state ferie né permessi per malattia; i dipendenti non sarebbero stati sottoposti alla visita medica preventiva, non sarebbero state rispettate le norme per la sicurezza del lavoro. E se qualcuno provava a protestare per gli orari eccessivi e gli stipendi troppo ridotti, sarebbe stato minacciato di morte dal titolare, che avrebbe usato anche alcuni attrezzi per rendere più credibili le sue intimidazioni. Inoltre l’imprenditore non avrebbe effettuato i dovuti versamenti contributivi agli enti previdenziali per conto dei suoi dipendenti. Questi elementi, oltre all’atteggiamento minaccioso del titolare nei confronti dei lavoratori, sarebbero stati documentati non solo dalle denunce, ma anche da alcune riprese video, che mostrerebbero il caporale intento a intimidire i sottoposti. Anche questo materiale è stato consegnato in procura, per valutare le condotte del civitanovese. Sulla base degli elementi raccolti attraverso le indagini dei carabinieri del Nil, l’anno scorso il tribunale aveva emesso nei confronti di Vesprini la misura interdittiva che gli vietava di amministrare l’azienda, per un anno. E ieri mattina per lui si è tenuta l’udienza preliminare. In aula erano presenti sette dei nove lavoratori che sarebbero stati sfruttati, decisi a costituirsi parti civili e assistiti dagli avvocati Domenico Biasco di Macerata, Raffaella Tucci di Firenze e Guido Tallarico di Teramo.

I difensori delle parti civili hanno chiesto poi di citare in giudizio anche il responsabile civile, cioè la società pubblicitaria, e il giudice Claudio Bonifazi ha accolto l’istanza e rinviato dunque l’udienza preliminare al 2 novembre.

Vesprini, difeso dall’avvocato Jacopo Allegri, respinge però ogni accusa: "Siamo certi di poter dimostrare in aula l’assolutà estraneità dell’imprenditore a quanto ipotizzato dalla procura", ha detto il difensore. L’imputato potrà valutare anche eventuali riti alternativi per definire la questione.