Civitanova, il primario Luigi Fasanella ai saluti dopo 25 anni

Unità di otorinolaringoiatria, il medico verso la pensione: "Soddisfatto dei risultati, frutto di un ottimo lavoro di squadra"

Luigi Fasanella con l’aiuto Cesare Carlucci, uno dei candidati a sostituirlo

Luigi Fasanella con l’aiuto Cesare Carlucci, uno dei candidati a sostituirlo

Civitanova Marche (Macerata), 15 ottobre 2019 - Dal primo novembre il dottor Luigi Fasanella, primario dell’Unità operativa Otorinolaringoiatria, chiuderà definitivamente il suo rapporto con la sanità pubblica. Se ne andrà infatti in pensione e continuerà liberamente la sua attività in un laboratorio da privato. Uno dei candidati a prendere il suo posto alla guida del reparto è Cesare Carlucci, attualmente aiuto primario. Fasanella, sposato con Enrica Fabbrizi (medico all’ospedale di Fermo), ha due figli: Daniele, studente di Medicina, e Riccardo, che ha scelto di dedicarsi Ingegneria aerospaziale. A Civitanova è arrivato nel 1979, un anno dopo l’insediamento nel nuovo ospedale, in un reparto allora diretto dal dottor Giovanni Pilotti, il quale a sua volta lo ha lasciato in mano al dottor Roberto Lippera che lo ha diretto fino al 1993. Nel 1994 è stato Fasanella a prendere in mano la situazione e a dirigere il reparto. Lo ha fatto per venticinque anni, periodo in cui il servizio è cresciuto in qualità e quantità. «Precisamente sono subentrato a Lippera alla fine del 1994, quando anche l’organico si è potenziato via via con i vari Carlucci, Di Massimo, Roccetti, Rizzo, Tamburrini e altri, tutti professionisti di grande affidamento».

Una direzione lunga 25 anni, che cosa è cambiato nella sanità generale in questo periodo? «È cambiato qualcosa in meglio e qualcosa in peggio. In peggio perché la sanità a livello nazionale si è fortemente burocratizzata e gli effetti si sono fatti sentire anche in periferia. Un problema generale, comunque, non determinato dalla nostra Asl o dalla Regione. La burocrazia, peraltro, è lo specchio fedele dell’Italia, dove tutto si complica. Debbo però riconoscere che le direzioni che si sono succedute hanno sempre messo il reparto di Otorino in condizione di lavorare».

Questo ne ha favorito la crescita fino a farne un’ eccellenza sia a livello provinciale che regionale. Lei condivide questo giudizio? «È vero che abbiamo avuto riscontri positivi e le statistiche lo confermano. Quanto all’eccellenza, non sta a me dirlo, ma è certo che alcune tecniche chirurgiche endoscopiche all’avanguardia siamo stati noi tra i primi a introdurle in Italia e forse anche in Europa».

Divaghiamo rispetto al tema sanità, per un attimo. Lei è venuto quarant’anni fa a Civitanova, in un periodo di forti cambiamenti. Che città ha trovato e come la trova oggi? «Venivo dalla Calabria, una terra che ha ben altra storia e caratteristiche. Qui mi sono trovato di fronte a una città incredibile per vitalità e dinamismo, dove tutti lavoravano e il benessere era palpabile. Poi c’è stato un calo generale in tutto il Paese e anche Civitanova ne ha in parte risentito. Sono mutate le dinamiche economiche, c’è stata una forte scrematura nel comparto calzaturiero, molte aziende hanno chiuso, ma la città ha continuato e continua a essere viva e non ha perso la sua capacità imprenditiva».

Il reparto di Otorino com’è cambiato in questi anni? «È cambiato tantissimo e in meglio, la diversa organizzazione del servizio sanitario è stata una scelta felice. Fondamentale è stata la unificazione dei reparti di Civitanova e Macerata. La concentrazione delle tecnologie e del personale si è rivelata importante per far crescere la sanità in tutto il territorio. Civitanova, con i suoi 1.400 interventi effettuati nel 2018, ha avuto un ruolo centrale ma anche Macerata è cresciuta e ha effettuato 450 interventi. Non sono pochi rispetto all’attività svolta in precedenza. Sviluppare il servizio sanitario sul territorio e non solo nell’ambito è stata una scelta decisamente felice».

Qual è il bilancio di questi anni che lo hanno visto in prima linea? «Sono soddisfatto dei risultati e il merito di quanto fatto va diviso fra tutti quelli che ieri e oggi hanno partecipato all’attività del reparto. È stata tracciata la strada e valorizzato il gioco di squadra. Per questo sono sicuro che anche in futuro le cose continueranno ad andare bene. La preparazione professionale è alla base di tutto, le figure sono indispensabili ma anche il gruppo ha un ruolo fondamentale per garantire agli utenti qualità.

Mi permetta una provocazione per chiudere la chiaccherata: è vero che Luigi Fasanella, oltre a lavorare nel privato, sta studiando da sindaco? «È vero solo che molti me lo chiedono».