Civitanova, monito di Gabrielli. "Zona appetibile per la malavita"

La visita del capo della polizia

Civitanova: Gabrielli, all’inaugurazione del parco Zucchetto (foto De Marco)

Civitanova: Gabrielli, all’inaugurazione del parco Zucchetto (foto De Marco)

Civitanova Marche (Macerata), 7 novembre 2018 - La malavita e la sua capacità di infiltrare dei territori come le Marche, l’omicidio di Pamela Mastropietro e il raid razzista di Luca Traini a Macerata, poi il problema dell’immigrazione con il caso dell’Hotel House. Il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha toccato temi nazionali e locali nella sua tappa a Civitanova e ha dato la notizia, insieme al prefetto di Macerata Iolanda Rolli, che potrebbe segnare un cambio di passo nella gestione del palazzone di Porto Recanati.

«Stiamo cercando – ha anticipato Gabrielli – di studiare delle norme che all’interno del quadro legislativo, ci consentano di superare le emergenze. A mio avviso, però, ci vuole la mano pubblica per un intervento di abbattimento o di riconversione, e in ogni caso con il prefetto di Macerata ho un confronto costante su questo problema». Il prefetto Iolanda Rolli era al suo fianco e ha snocciolato numeri e prudenza. «All’Hotel House ci sono 480 appartamenti, di cui 205 occupati da proprietari – ha detto –. Le ipotesi di abbattimento o di riconversione richiederebbero tempi molto lunghi e ci si dovrebbe in ogni caso muovere nel perimetro del diritto civile. Avviare una corretta gestione condominiale è la strada, che adesso stiamo valutando».

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Ma all'Hotel House c’è anche il problema dei clandestini. «Dovrebbero essere rispediti nei rispettivi Paesi – ha premesso Gabrielli – e per farlo abbiamo bisogno di più centri per il rimpatrio dove identificarli, ma i territori sono refrattari e fanno resistenza. Mi chiedo quale è la logica nel chiedere più espulsioni e poi non volere i cpr (centri per il rimpatrio, ndr) nella propria comunità».

La questione dell’immigrazione si intreccia con Macerata e la morte di Pamela, per la quale è accusato il nigeriano Innocent Oseghale, mentre Traini è stato condannato a dodici anni per strage aggravata dall’odio razziale. «A Macerata – ha detto Gabrielli – la situazione è quasi normalizzata. Un plauso al questore Pignataro e all’Arma, se in pezzi di città che non davano più la percezione di sicurezza oggi le cose sono migliorate. Se arriveranno rinforzi di polizia? Paghiamo ancora il blocco del turnover deciso nel 2010».

Da Gabrielli un accorato appello alla comunità e al sistema creditizio. «Se qualcuno si presenta con grandi disponibilità di denaro, dobbiamo farci delle domande – ha aggiunto –. Solo così possiamo arginare le tossine della criminalità, che mirano a infettare il territorio, soprattutto quando è laborioso e ricco come quello marchigiano. Il processo in Emilia contro la criminalità organizzata ci ha ricondotto a una triste realtà: dove c’è ricchezza si crea un polo attrattivo irrinunciabile per la mafia. È un fenomeno con il quale dovremo fare i conti, perché la lotta alla malavita appartiene a ognuno di noi e dobbiamo avere la consapevolezza che certi fenomeni non ci sono estranei e non possono più avvenire a nostra insaputa, soprattutto non possono più essere solo questioni da relegare alla magistratura e nelle forze dell’ordine».