Morto sotto le bombe in guerra Il ritorno del soldato Castignani

Le spoglie a Montecosaro dopo 79 anni accolte dal picchetto dell’esercito. L’abbraccio della comunità

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A 79 anni da quando aveva salutato i cari per l’ultima volta, dopo essere stato richiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale, è tornato a casa il montecosarese Pio Castignani. Colpito a morte in un’incursione aerea a Sciacca, il 21 maggio 1943, il soldato Pio Castignani era stato sepolto in Sicilia, ma ora le sue spoglie sono tornate a casa. Ieri mattina, durante una sentita cerimonia, il figlio Carlo, i parenti e tutta la comunità si sono stretti alla salma del soldato, tornata a Montecosaro. La manifestazione, nell’ambito dei festeggiamenti per il 4 Novembre, giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, è stata organizzata dall’associazione combattenti e reduci e dal centro studi montecosaresi col supporto del Comune. Dopo la deposizione di corone d’alloro al monumento ai caduti, allo Scalo, la cerimonia si è spostata in centro. Qui si è formato un corteo e il corpo bandistico "Gioventù dell’Annunziata" ha aperto il passaggio per le vie del borgo, con le più alte cariche civili e militari (presenti il colonnello dell’esercito Claudio Brunetto e il maresciallo Andrea D’Orazio, comandante della stazione dei carabinieri di Montecosaro) e le associazioni combattentistiche e dei reduci. Tutti a scortare il mezzo militare, che ha trasportato la salma di Pio Castignani fino in piazza Trieste. Qui è stata accolta dal picchetto d’onore militare e portata nella chiesa di Sant’Agostino. "La nostra comunità è riunita per celebrare la pace e la misericordia – ha detto don Andrea Bezzini, aprendo la messa –, con la consapevolezza che l’umanità produce anche guerra e morte. E in questo contesto ci emoziona oggi che siano riconsegnati ai familiari e a Montecosaro i resti mortali del nostro Pio Castignani". La cerimonia è proseguita in piazza con lo scoprimento della targa a ricordo della liberazione di Montecosaro dall’occupazione nazista, avvenuta il 29 giugno 1944 grazie all’intervento del corpo d’armata polacco. È stato il prof Marco Iommi, del centro studi montecosaresi, a tracciare il profilo storico delle vicende. A scoprire la targa, Fabrizio Quattrini, del centro studi montecosaresi, e Anna Traczewska, dell’associazione italo-polacca "Nuova Marche", che ha portato i saluti della console onoraria della Repubblica di Polonia ad Ancona, Cristina Gorajski. Nel suo discorso, Albino Mataloni, presidente provinciale dell’associazione combattenti e reduci, ha omaggiato caduti e dispersi nelle guerre, che "col loro sacrificio hanno contribuito alla nascita dell’Italia repubblicana". Il sindaco Malaisi ha salutato il ritorno del concittadino Pio Castignani, ringraziando "Luigi Gobbi, reduce montecosarese della seconda guerra mondiale, che continua, alla soglia dei cento anni, a testimoniare cosa significhino i conflitti e quanto sia fondamentale conservare la pace".

Michele Mastrangelo