Neonato morto, l’inchiesta passa a Macerata

La madre partorì nel settembre del 2016, poi il piccolo fu trasferito ad Ancona: coinvolti in 10 tra medici e infermieri

Ospedale in una foto d'archivio Ansa

Ospedale in una foto d'archivio Ansa

Macerata, 7 marzo 2018 - Il caso della morte del neonato al Salesi di Ancona, dopo il parto di una donna sangiorgese effettuato all’ospedale di Civitanova, passa alla procura di Macerata. Il sostituto procuratore di Ancona Ruggero Dicuonzo, che ha coordinato le indagini, non ha rilevato responsabilità da parte dei sanitari dorici e per loro, in totale sei, ha chiesto l’archiviazione.

Restano in piedi le posizioni dei medici, rianimatori, infermieri e un’ostetrica – dieci in totale – che avevano operato nell’ospedale civitanovese. Per quanto riguarda i medici anconetani, la situazione resta sub judice, visto che il gip del tribunale dorico dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione. La tragedia si era consumata la mattina del 9 settembre 2016, dopo che il piccolo era stato trasportato d’urgenza nell’ospedale del capoluogo regionale il giorno prima.

A meno di 24 ore dalla nascita, avvenuta con un parto cesareo nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Civitanova, la famiglia del neonato si era trovata a vivere il terribile dramma culminato con il decesso. L’Asur aveva avviato un’inchiesta interna e la procura della repubblica di Ancona aveva aperto un fascicolo d’indagine a carico dei medici e paramedici che avevano assistito il parto a Civitanova e a carico di quelli che avevano curato il neonato ad Ancona. Pochi giorni dopo 16 persone dello staff sanitario erano state raggiunte da avvisi di garanzia.

La madre del bambino, una 32enne di Porto San Giorgio, era stata ricoverata nell’ospedale di Civitanova il 7 settembre. Il neonato era venuto alla luce alle 14.34 del giorno seguente. Il parto cesareo era durato circa nove minuti, e i sanitari si erano subito resi conto che il piccolo mostrava carenza di ossigenazione: dopo le prime cure ne avevano disposto il trasferimento al Salesi. Il bimbo era stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva neonatale, dove era deceduto poco prima delle 10 di mattina.

Il pm Dicuonzo aveva quindi disposto il sequestro di tutta la documentazione, anche delle ecografie effettuate prima della nascita, con l’obiettivo di accertare che non fossero stati commessi errori anche in fase di avvicinamento al parto e che il cordone ombelicale fosse nella giusta posizione.