Non fu omicidio colposo Cadono le accuse al medico

Il dottore era finito a processo per non aver prescritto degli esami. Ma in tribunale ha dimostrato di aver disposto tutti i controlli necessari

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di Paola Pagnanelli

Era stato accusato di omicidio colposo perché, non prescrivendo alcuni esami necessari, avrebbe impedito a un paziente una diagnosi che gli avrebbe salvato la vita. E invece in tribunale ha dimostrato di aver fatto fare tutti i controlli necessari, e per questo è stato prosciolto da ogni accusa in udienza preliminare. Protagonista della vicenda è il dottor Mauro Conti di Monte San Giusto. Nell’aprile del 2019, a 63 anni morì un sangiustese che lavorava come operaio alla Quality srl. Nella sua occupazione, l’uomo era esposto alle polveri del cuoio naturale e sintetico. A novembre 2018 gli fu diagnosticato un adenocarcinoma ai seni paranasali, che non gli lasciò scampo. L’Inail chiarì che quel tumore rientrava tra le malattie professionali, in conseguenza del materiale inalato in azienda. Così si ipotizzò l’accusa a carico del dottor Conti. Il medico non avrebbe prescritto all’operaio la rinoscopia anteriore a partire dal 2013, ritenendo sufficienti altri esami. Ma dato che i tempi di latenza della malattia sono lunghi, secondo l’ipotesi accusatoria ci sarebbe stato modo di diagnosticarla in tempo, con i dovuti esami. Per questo per il medico era arrivata l’accusa di omicidio colposo. Dopo i primi accertamenti, la procura aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo alla base delle conclusioni di una consulenza medico legale: Conti avrebbe sottoposto l’operaio a tutte le visite necessarie, e non poteva essere incolpato della morte del 63enne. La famiglia del defunto però, con l’avvocato Pietro Siciliano, aveva fatto opposizione e il caso è arrivato all’udienza preliminare, fissata ieri. In aula, il pm Enrico Barbetti e l’avvocato Siciliano hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato. Gli avvocati Fabiola Cesanelli e Loris Silenzi hanno ribadito quanto emerso nella consulenza di parte, firmata dal professor Mariano Cingolani: Conti aveva sottoposto l’operaio a tutte le visite necessarie, e c’erano tutti i certificati dell’ospedale a documentarlo, dunque il medico non aveva responsabilità. Il giudice Claudio Bonifazi ha condiviso i rilievi della difesa e ha prosciolto l’imputato "perché il fatto non sussiste". I difensori hanno accolto con soddisfazione la sentenza, che ha reso giustizia a un medico da sempre scrupoloso e attento con i suoi pazienti.