Occhi sul Cala Maretto, 6 indagati C’è anche l’assessore Cognigni

Tre filoni diversi con al centro lo chalet: due amministratori accusati di appropriazione indebita, al politico si contesta di aver avvisato di pulire i cassonetti per evitare multe. Coinvolti tre uomini della Capitaneria

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di Paola Pagnanelli

Un assessore, tre operatori della capitaneria di porto e due amministratori coinvolti in un’inchiesta che ruota intorno allo chalet Cala Maretto di Civitanova. Sotto accusa sono l’assessore Giuseppe Cognigni, il sottufficiale della capitaneria Pasquale Catapano con gli ispettori Michele Bottoni e Sharon Iuliano, e infine Valerio Merolla e Mauro Raschia, amministratori dello chalet.

Le accuse ipotizzate vanno dall’appropriazione indebita all’abuso d’ufficio, per tre vicende del tutto scollegate tra di loro. La prima accusa, appropriazione indebita, riguarda Valerio Merolla, campano residente a Porto Sant’Elpidio, per l’accusa amministratore di fatto della Cala Maretto srl fino al febbraio 2021 e poi anche amministratore formale, e il civitanovese Mauro Raschia, amministratore formale prima e poi di fatto. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di finanza, i due avrebbero sottratto complessivamente 88.915 euro dalle casse societarie, con prelievi non giustificati e destinati, ad esempio, a pagare vacanze natalizie in hotel di lusso. Nello specifico Raschia avrebbe fatto un bonifico da 4.800 euro come acconto spese, un altro da 800 euro come rimborso e infine altri mille come acconto, versandoli sul proprio conto corrente. Merolla invece si sarebbe accreditato 103mila euro sul suo conto; per il compenso da amministratore ne sarebbero stati 70mila, di cui per altro solo 22mila autorizzati dall’assemblea dei soci; 47mila euro dunque sarebbero – secondo l’accusa – l’oggetto dell’appropriazione indebita. Inoltre avrebbe prelevato altri 3.700 euro, usandoli per pagare un soggiorno a nome di Raschia. La gestione contestata dei conti sociali riguarda un periodo che va dal luglio 2020 al dicembre 2021. Quanto al personale della capitaneria, l’accusa di abuso d’ufficio riguarda l’esito di un controllo fatto nello chalet il 24 settembre 2020. Gli ispettori di pesca Iuliano e Bottoni avrebbero individuato un trancio di tonno sottovuoto scaduto, ma il sottufficiale Catapano avrebbe chiesto loro di non segnalare l’irregolarità, evitando così a Raschia la sanzione amministrativa. Bottoni e Iuliano sono anche indagati per falso, per il verbale nel quale avrebbero dichiarato che era tutto a posto. Infine, l’accusa mossa all’assessore Cognigni e quella di rivelazione di segreti d’ufficio. Il 5 luglio dell’anno scorso, l’assessore avrebbe contattato Raschia dicendogli di aver saputo che c’erano stati esposti e segnalazioni in merito alle condizioni dei cassonetti dello chalet, e lo avrebbe invitato a pulirli, perché a breve ci sarebbero stati dei controlli e altrimenti avrebbe rischiato la multa.

Le indagini sono state condotte dai finanzieri della Compagnia di Civitanova della Guardia di finanza, diretti dal capitano Tiziano Padua, con il coordinamento del sostituto procuratore Claudio Rastrelli. Sono state svolte intercettazioni telefoniche e ambientali, è stata acquisita ed esaminata corposa documentazione contabile, amministrativa e finanziaria, e sono state sentite varie persone in merito a circostanze ritenute utili. Così sarebbe emerso, da parte dei due amministratori dello chalet, un abituale ricorso ai conti societari per le spese personali, come le vacanze. In base a quanto emerso, la procura ha chiesto al tribunale un sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma di cui i due si sarebbero appropriati. Lo screening patrimoniale condotto dai militari ha permesso di rilevare la sottoscrizione, da parte di uno dei due amministratori, di una polizza vita dal controvalore di oltre 280mila euro, che è finita sotto sequestro.

Le indagini hanno fatto poi emergere gli altri episodi, per i quali sono finiti sotto accusa il personale della capitaneria e l’assessore. Ieri i sei hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini da parte della procura di Macerata. E ora potranno dare la loro versione in merito agli episodi contestati.