Omaggio della città al maresciallo Piermanni

Il carabiniere ucciso nel 1977 in un conflitto a fuoco con la banda dei catanesi. Il nipote: "Facciamo del nostro meglio per onorarlo"

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di Francesco Rossetti

A Civitanova, è vivo più che mai il ricordo del maresciallo Sergio Piermanni, medaglia d’oro al valor militare, che nel tragico 18 maggio di 45 anni fa perse la vita nel piazzale della stazione cittadina a seguito di un conflitto a fuoco con una banda di malviventi. E a dimostrazione che il suo sacrificio è conservato splendidamente nella memoria dei civitanovesi la cerimonia che si è tenuta sull’omonimo lungomare nel tardo pomeriggio di ieri, alla quale era presente un nutrito gruppo di persone, tra cui le più importanti autorità politiche, militari e civili locali. Ne è rimasto piacevolmente soddisfatto il generale Tito Baldo Honorati, che ha apprezzato come Civitanova ogni anno onori nel migliore dei modi il sacrificio del militare. Le celebrazioni sono state coordinate dal presidente della sezione civitanovese dell’associazione nazionale carabinieri, Riccardo Ciccola; al suo fianco c’erano i rappresentanti della famiglia Piermanni, tra cui la vedova Giovanna Paolone Piermanni, la figlia Domenique, il nipote Serafino Piermanni, presidente dell’Anc Bologna. E la storia di questa famiglia racconta di onorevoli sacrifici per la patria: lo ha spiegato lo stesso Serafino Piermanni, quando nell’intervento di ieri, in onore dello zio, ha menzionato anche la morte di suo fratello Graziano, anch’egli carabiniere e anch’egli deceduto in servizio, in seguito a un incidente stradale. "Zio Sergio ci ha lasciato una grande eredità – ha detto – e ogni componente della nostra famiglia cerca di fare il proprio meglio per onorarlo. Così come ha fatto mio fratello Graziano, che purtroppo è deceduto per causa di servizio in un tragico incidente stradale". L’uccisione del maresciallo Piermanni da parte della ‘banda dei catanesi’ fu anticipata dalla sparatoria di Porto San Giorgio, in cui gli stessi malviventi tolsero la vita all’appuntato Alfredo Beni. Così Piermanni, allora comandante del nucleo radiomobile della Compagnia di Civitanova, chiese di potere rientrare in servizio per affrontare in prima persona il manipolo criminale. Lo fece pagando con la vita e di questo ieri si è giustamente parlato. "Fu un fatto che sconvolse l’intera città – ha detto il sindaco Ciarapica – in un periodo già di per sé buio per via dei vari attentati terroristici che si stavano consumando in tutto il Paese". Poi è stata deposta una corona di fiori ai piedi del busto del maresciallo ed è seguita la messa alla chiesa di San Pietro.