Omicidio Civitanova, l'autopsia: "Schiacciato e soffocato, così è morto Alika"

I primi riscontri dell’esame autoptico non chiariscono se siano stati lesionati organi vitali. L’ordinanza del gip: da Ferlazzo furia sproporzionata

Civitanova Marche, 3 agosto 2022 - Uno schiacciamento, con la conseguenza di un probabile soffocamento, avrebbe ucciso l’ambulante 39enne Alika Ogorchukwu, aggredito in corso Umberto I da Federico Ferlazzo. Sono queste le prime indiscrezioni emerse dopo l’autopsia eseguita ieri, per oltre quattro ore, all’obitorio di Civitanova dal medico legale Ilaria De Vitis, incaricata dal procuratore Claudio Rastrelli. Il consulente della procura ha esaminato con attenzione il corpo della vittima, ma solo nei prossimi giorni si saprà se l’aggressione abbia anche lesionato organi vitali. Il medico legale ha anche prelevato diversi campioni di tessuto da analizzare. A breve il medico legale depositerà una prima relazione, e tra due mesi quella definitiva sulle cause della morte. Intanto la procura continua a raccogliere gli elementi per ricostruire quanto avvenuto.

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La moglie di Alika, l'ambulante ucciso a Civitanova
La moglie di Alika, l'ambulante ucciso a Civitanova

È emerso che Ferlazzo, che aveva problemi psichiatrici – una sindrome bipolare e borderline – e altri legati all’uso di cannabinoidi, un anno fa sarebbe uscito da una comunità di Lecce, Sol Levante, dove era stato per un anno e otto mesi. Si tratta di una comunità a doppia diagnosi, che accetta cioè pazienti psichiatrici e tossicodipendenti. Ma nel tempo, la sua invalidità dovuta alle patologie era passata dall’80 al 100 per cento. Per questa invalidità percepiva una pensione di 600 euro, che era gestita da sua madre, sua amministratrice di sostegno. L’avvocato Roberta Bizzarri ha depositato in tribunale, durante l’udienza di convalida, i documenti ricevuti dalla donna, architetto che vive a Salerno. La procura farà anche analizzare il cellulare del 32enne, che aveva salvato le immagini dei vari certificati medici, e la polizia sentirà la madre. Poi, probabilmente a settembre la procura chiederà una perizia psichiatrica con le forme dell’incidente probatorio, per stabilire se l’indagato fosse capace di intendere e di volere oppure no al momento del fatto.

Omicidio Civitanova, Ferlazzo era stato sottoposto Tso. Arresto convalidato

Nel caso fosse dichiarato incapace, non potrebbe essere punito, ma sconterebbe comunque una serie di restrizioni e limitazioni in relazione alla sua pericolosità sociale. "Ma Filippo non era solo quello che si vede in quei quattro minuti di video", lo difende la compagna Elena. I due si frequentavano da sei mesi. A maggio Ferlazzo l’aveva raggiunta a Civitanova, dove aveva trovato lavoro alla Steve Stampi come operaio. Il titolare non sapeva nulla della sua invalidità, invece la compagna ha detto subito agli agenti che lui aveva un disturbo bipolare. "Sapeva delle sue condizioni psichiche, ma non si sarebbe mai aspettata nulla di simile – riferisce l’avocato Carlotta Cerquetti –. Ora lei condanna quello che ha fatto senza dubbio, è dispiaciutissima per la famiglia della vittima e per quella del 32enne, distrutte da questo, e non ha dubbi sul fatto che lui debba pagare per quello che ha fatto. Ma per lei Filippo era altro, una persona ricca di emozioni e cose belle. Non so se e quando potranno rivedersi, ma lei non ha escluso di poterlo fare, non ha alzato un muro, pur essendo molto choccata da quello che è successo".

Proprio la pericolosità invece è stata uno dei fattori che ha spinto il giudice per le indagini preliminari Claudio Bonifazi a disporre per lui la misura in carcere. "La furia omicida di Ferlazzo è tanto sproporzionata da poter essere definita assurda – scrive il giudice Claudio Bonifazi nell’ordinanza che ha disposto la misura in carcere per il 32enne, scattato per una richiesta di elemosina insistente da parte dell’ambulante –. Un’indole spiccatamente incline alla violenza, una allarmante incapacità di interagire che può portare a comportamenti gravemente antisociali".