Omicidio sul lungomare, c’è un nuovo indagato

Si tratta sempre di un tunisino: è irriperibile dalla sera dell’8 agosto. Intanto è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Rachid Amri

Migration

di Paola Pagnanelli

È stata eseguita ieri pomeriggio l’autopsia su Rachid Amri, il 30enne tunisino accoltellato sul lungomare Piermanni la sera dell’8 agosto scorso. Per quel delitto è in carcere il connazionale e cugino Haithem Saidi, ma la procura accusa di omicidio anche un altro tunisino, Chokri Tayari, al momento irreperibile. Ieri mattina a Macerata il sostituto procuratore Stefania Ciccioli ha incaricato il medico legale Roberto Scendoni di eseguire l’autopsia sulla salma. Nonostante anche tramite ambasciata la famiglia della vittima avesse sollecitato la restituzione del corpo, la procura aveva temporeggiato per procedere prima con un riconoscimento attendibile dell’identità del tunisino. Poi si è ritenuto necessario indicare con precisione la causa della morte, e per questo ieri pomeriggio è stata eseguita l’autopsia, all’obitorio di Civitanova. La salma è stata sottoposta anche a una Tac tridimensionale, per valutare le lesioni subite con precisione. Per Saidi, gli avvocati Francesco De Minicis e Giuliano Giordani hanno nominato come consulente di parte il medico legale Massimo Gentili. Nessun consulente invece per Tayari: l’avvocato Marco Gasparri (nella foto) è stato infatti nonimato ieri come difensore d’ufficio, e non ha mai parlato con il nordafricano che, dalla sera dell’omicidio, si è reso irreperibile. A quanto sembra, Tayari avrebbe altri pendenze giudiziarie, una situazione già compromessa per la quale ha ritenuto più opportuno cambiare aria, dopo quanto avvenuto sul lungomare. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, anche Tayari quella sera sarebbe stato con Saidi, e avrebbe assistito al delitto di Amri senza però parteciparvi materialmente: a dare la coltellata fatale, per l’accusa, sarebbe stato il solo Saidi, arrestato il giorno dopo a Porto Sant’Elpidio. A Civitanova, quella sera sarebbero arrivati Saidi, Tayari e un altro amico, che aveva l’auto. Avrebbero incontrato Amri e ci sarebbe stata la discussione, chiusa da una coltellata. Saidi però sostiene di aver cercato di recuperare, vedendo il cugino ferito: lui e Tayari avrebbero richiamato l’amico, e gli avrebbero detto di portare Amri subito in ospedale. Un tentativo che però purtroppo si era rivelato inutile. Su queste circostanze le indagini comunque sono ancora in corso da parte della polizia.