Ossa umane a Porto Recanati, si scava ancora. "Hotel House, collegamento da provare"

Dopo le vacanze pasquali la scientifica riprende a scavare. L'assessore Fabbracci: "Problema da risolvere col Ministero"

Si scava nei pressi dell'Hotel House (foto De Marco)

Si scava nei pressi dell'Hotel House (foto De Marco)

Porto Recanati, 3 aprile 2018 - Si continua a scavare nell'area intorno al pozzo dell’orrore (VIDEO), dove sono stati trovati circa 80 frammenti di ossa umane sotterrate nei pressi di un casolare non lontano dall’Hotel House. Gli agenti della scientifica stanno scavando (FOTO) a mano anche oggi.

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I frammenti ossei, anche di grandi dimensioni, sono probabilmente riconducibili a mandibola, vertebre,  parti di avambraccio, forse pezzi di dita e bacino e corrisponderebbero sempre al profilo di due persone, come i primi resti trovati all'interno del pozzo. Si traterrebbe, secondo le prime ipotesi, di una persona esile, minuta, di sesso femminile, e quello di un bambino.   

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«Nessun bambino risulta scomparso all’Hotel House, e per ora non è detto che le ossa siano collegate con il condominio. La situazione non ci è sfuggita di mano, ma per risolverla deve prendersene carico il ministero dell’interno, il Comune non ha gli strumenti». Così commenta l’assessore ai servizi sociali Pierpaolo Fabbracci.

«Per prima cosa – sottolinea Fabbracci – prima di collegare l’Hotel House con il ritrovamento delle ossa, dobbiamo aspettare l’esito delle indagini e dei rilievi della scientifica che ci devono spiegare da quanto tempo quelle ossa stavano lì. Solo quando verrà fornita una data della sepoltura potremmo dire se l’Hotel House è collegato o meno a questa vicenda tragica». Nel frattempo l’assessore dice la sua sulla situazione del condominio. «Da due anni – riprende – non ho avuto notizia di bambini dell’Hotel House scomparsi, e nemmeno negli anni precedenti è mai emerso nulla di simile, almeno da quello che sappiamo. Purtroppo, quando parliamo di Hotel House, parliamo di un condominio di circa 1.750 abitanti, senza più controlli né servizio di portineria. Questo significa che il via vai dentro al condominio non è facilmente individuabile».

 

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Eppure, le iniziative pro integrazione proposte dal Comune non sono mancate. «Abbiamo organizzato – osserva l’assessore – diversi progetti per incentivare l’integrazione. Uno è il progetto delle aree degradate urbane con fondi dal Consiglio dei ministri che fu proposto dall’allora commissario prefettizio Mauro Passerotti, ma c’è anche il progetto Fami con fondi regionali ed europei, che prevede attività di integrazione. Quarantamila euro sono andati al Comune ed altri 40mila all’istituto comprensivo Medi. Infine, non scordiamoci dei laboratori per l’integrazione sociale promossi dal circolo ricreativo La Tenda». Ma alla fine, secondo l’assessore Fabbracci, la soluzione al problema Hotel House è una sola. «La situazione Hotel House – afferma – non ci è sfuggita di controllo, ma negli anni la portata emergenziale del fenomeno è diventata nazionale. Se si vuole risolvere il problema, il ministero dell’interno assieme alle forze dell’ordine se ne deve fare carico, perché il Comune e la Regione non hanno gli strumenti adeguati per farlo».