"Per fossi e fiumi occorre un’adeguata manutenzione"

Castellucci di "No sottopasso" ricorda la tragedia del 1959

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La tragedia di Senigallia richiama alla memoria un episodio analogo avvenuto nel 1959, a Fontespina. Era il 4 settembre di una stagione estiva straordinariamente calda quando il temporale scoppiò all’improvviso alle 21. Bombe d’acqua si rovesciarono con grande violenza per un paio d’ ore sulla città; dalla collina fiumi d’acqua e fango invasero la zona pianeggiante: il Caronte esondò in modo devastante, altrettanto fece il Castellaro. Le vittime furono quattro. Lo ricorda Piergiovanni Castellucci, del coordinamento "No sottopasso". Resta ancora nella memoria la tragedia di quella notte, durante la quale, in poco tempo, sulla piana di Fontespina venne riversato di tutto, da ramaglie d’ogni genere a tronchi d’albero. Un episodio estremo isolato, anche se negli anni successivi non sono mancate altre minacce. Da qui l’importanza della prevenzione, come invitavano pochi giorni fa alcuni frequentatori della ciclopedonale del Castellaro, dove diversi alberi si sono schiantati l’altro ieri sulla pista, fortunatamente vuota. "Occorre un’adeguata manutenzione di fossi e fiumi", è il loro appello, e negli stessi si è pronunciato il coordinatore comunale della Protezione Civile Aurelio Del Medico, in una lettera inviata alle autorità. Sotto la lente di ingrandimento, non solo la presenza di alberi pericolanti lungo il Castellaro ma anche la scarsa cura dei suoi argini, lo stato precario del Chienti e dell’Asola.

Giuliano Forani