Civitanova, pescano un grosso masso. Paura a bordo

L’equipaggio della barca 'Audace' ha pescato l’enorme pietra. Danni per diverse migliaia di euro

Il masso pescato dal peschereccio dei fratelli Amato

Il masso pescato dal peschereccio dei fratelli Amato

Civitanova, 21 novembre 2019 - Fuoriprogramma in mare per la barca 'Audace', uno dei più grandi pescherecci della flotta civitanovese, e per il suo equipaggio. In piena notte, verso le 2.30 di ieri, insieme ai pesci catturati nell’ultima calata la rete ha issato pure un pesante e voluminoso masso.

Capita relativamente spesso che i motopesca tirino su pietre di origine vulcanica, di cui i nostri fondali sono pieni. Ma quella roccia era ben più grossa e pesante delle altre: 4 o 5 tonnellate almeno. E anche dura, impossibile da frantumare come si fa abitualmente. Di qui il dubbio che possa trattarsi di uno scoglio, caduto chissà quando da un moto pontone di passaggio, anziché della classica pietra vulcanica.

«È successo – hanno riferito i fratelli civitanovesi Vincenzo e Fedele Amato, due membri dell’equipaggio – al largo della costa anconetana, a circa 35 miglia dal porto di Civitanova. Nell’operazione di sollevamento della rete s’è piegato un supporto dell’archetto del peschereccio. Abbiamo dovuto manovrare con molta accortezza e prudenza, perché c’era il rischio di farsi male. Per fortuna ce la siamo cavata tutti senza conseguenze fisiche. I danni sono solamente materiali».

Servirà una spesa di alcune migliaia di euro. C’è da rimettere a posto l’archetto, mentre la rete è rimasta fortunatamente intatta. Stabilizzata la barca col nuovo «inquilino», l’equipaggio è tornato subito nel nostro porto attraccando al molo est. Nella mattinata un primo tentativo di trasferire il masso sulla banchina è andato male, perché la gru mobilitata non era adeguata.

Più tardi, poco dopo le 11, ci ha pensato un motopontone, debitamente attrezzato, a prendersi in carico lo scoglio. L’operazione è stata effettuata alla presenza del personale della Capitaneria di porto. Terminato il trasbordo, il peschereccio (23 metri di lunghezza) ha ormeggiato alla banchina Gasparroni. Verrà sottoposto alle necessarie riparazioni e tornerà in mare prevedibilmente già lunedì.  

I fratelli Amato avevano vissuto un’esperienza ben più drammatica cinque anni fa di questi tempi (era il 2 dicembre), quando finirono in acqua insieme al collega Stefano Diomedi per il naufragio del loro peschereccio Nika, affondato al largo delle coste picene dopo lo speronamento da parte di una nave cargo. Vennero salvati dai pescatori dell’altro motopesca civitanovese «Giglio del Mare», che stava solcando quelle stesse acque.