Porto Dubai, ricorso bis al Tar di Antonelli

La Eurobuilding contesta la mancata pubblicazione della domanda di concessione. "Andava convocata la conferenza di servizi"

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di Lorena Cellini

Ricorso al Tar contro le procedure adottate dal Comune per dire no al porto Dubai, la Eurobuilding raddoppia. Dopo avere chiesto al tribunale amministrativo l’annullamento della delibera con cui il Consiglio comunale ha dato lo stop al progetto, torna alla carica con un secondo ricorso, notificato in questi giorni in Comune, al quale contesta la mancata pubblicazione sull’albo pretorio della domanda di concessione demaniale pluriennale, presentata per acquisire 197.750 metri quadrati di area a terra e 292.600 metri quadrati di specchio acqueo, per un investimento di 38 milioni di euro, dei quali sei di finanziamento pubblico e venti privato. Per i legali della Eurobuilding, a questo passaggio sarebbe dovuta seguire, da parte del sindaco, la convocazione di una conferenza dei servizi per esaminare il progetto depositato con allegato il piano finanziario, quelli di altri che abbiano avuto un eventuale interesse concorrente e le eventuali osservazioni. Già nel primo ricorso, l’iter scelto dal Comune, di affidarsi al diniego del dirigente dell’urbanistica prima e del Consiglio comunale poi, è stato definito "un comportamento di assoluta incompetenza ed eccesso di potere". Per gli avvocati di Eurobuilding, "il Comune non ha rispettato le competenze delle amministrazioni da coinvolgere e il diniego alla domanda presentata è stato espresso senza alcuna approfondita istruttoria, essendo state omesse fasi procedimentali". I due ricorsi al Tar piombano nel mezzo della campagna elettorale e investono un nodo centrale per il presente e il futuro della città, ovvero quale sviluppo debba avere l’area del porto. L’opzione cosiddetta Dubai nasce accompagnata dall’avallo del sindaco Ciarapica, che poi fa marcia indietro perché monta la protesta popolare e quella delle categorie che lavorano nel porto, una sorta di rivolta che mette insieme migliaia di firme raccolte in tutta la città. È la fase in cui Ciarapica molla la Eurobuilding e avvia un processo amministrativo che affida a Paolo Strappato, dirigente dell’urbanistica, e al Consiglio comunale la responsabilità di dire no alla Eurobuilding. E ora tocca ai giudici decidere sui due ricorsi presentati dall’imprenditore, Umberto Antonelli.