Professoressa dell’università sotto inchiesta per abuso d’ufficio

"Concorsi pilotati". Indagini partite a Perugia . dal caso Suarez. Sequestrato il telefono

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di Paola Pagnanelli

Una professoressa dell’università di Macerata sotto inchiesta per abuso d’ufficio, dopo le indagini partite a Perugia sul caso Suarez. Si tratta di Edith Cognigni, ricercatrice di didattica delle lingue moderne e residente a Montecosaro. Lei però assicura che le accuse su di lei sono del tutto infondate, tanto che il concorso contestato ha superato anche un ricorso al Tar. Tutto era partito tre anni fa, dopo la vicenda dell’esame di italiano sostenuto dal calciatore della Juventus. Indagando all’università per stranieri di Perugia, la Guardia di finanza avrebbe individuato una serie di concorsi pilotati. Nel telefono della ex rettrice Grego Bolli, sarebbero emersi gli accordi per un concorso da ricercatore in glottologia: a vincere, per l’accusa, sarebbe stata la candidata sostenuta dalla professoressa Federica Venier, che poi avrebbe fatto sì che la vincitrice, Stefania Spina, ottenesse l’abilitazione scientifica a professore di I e II fascia. La commissione esaminatrice, nel dicembre 2018, era stata presieduta da Daria Carmina Coppola, che avrebbe chiamato come membri esterni Paola Leone ed Edith Cognigni. Ecco perché anche la docente di Unimc si trova coinvolta nelle accuse. Martedì mattina, la Guardia di finanza ha sequestrato il telefono della professoressa, per completare le indagini. "Ma non vi è alcun abuso d’ufficio – affermano gli avvocati Paolo Carnevali e Francesca Forani –. La docente, indagata come atto dovuto per procedere al sequestro del cellulare, è estranea a qualsiasi ipotesi di reato. Ha partecipato come membro esterno di una commissione di esame senza aver mai ricevuto pressioni o sia stata a conoscenza di eventuali accordi sottobanco. Mai, lo ripetiamo, le sono state fatte pressioni". Per altro, una delle concorrenti escluse aveva fatto ricorso al Tar contro la sua bocciatura. Ma i giudici lo avevano respinto, dopo aver valutato che i titoli della vincitrice erano migliori di quelli della ricorrente e che dunque la selezione era del tutto regolare.