Rapina in gioielleria: identificati gli autori

Indagini dei carabinieri con l’aiuto delle riprese sul colpo avvenuto il 7 aprile in corso Matteotti: nel mirino una banda originaria del sud

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di Giorgio Giannaccini

I carabinieri sono riusciti a dare un volto ai banditi che ad aprile avevano assaltato e rapinato, brandendo una pistola, la gioielleria "Pensieri Felici" di corso Matteotti, a Porto Recanati. In quell’occasione, erano stati portati via alcuni rotolo di gioielli e preziosi, per un valore di circa 15mila euro. Ad attivarsi con le indagini sono stati i militari dell’Arma della caserma di Porto Recanati, insieme ai colleghi del nucleo radiomobile di Civitanova. Così, grazie a una lunga indagine che ha visto anche l’ausilio delle immagini di videosorveglianza pubblica, sono riusciti a risalire prima all’auto usata dai malfattori per scappare, e poi a identificare i presunti rapinatori. Stando agli accertamenti dei militari, avrebbe agito una banda originaria del sud Italia. E, adesso, i carabinieri si stanno muovendo per presentare ai malfattori il conto della loro scellerata azione. I fatti risalgono al 7 aprile. Quella mattina, verso le 10, due tizi di carnagione scura (un giovane e un uomo maturo), con in testa dei caschi semi integrali a coprire il loro volto, si erano intrufolati nella gioielleria. Quindi, uno dei complici aveva tirato fuori una pistola, puntandola verso la commessa del negozio. Poi, senza troppi complimenti, lei era stata rinchiusa in bagno. Ma subito dopo, non trovando le chiavi della cassaforte, l’avevano liberata per farsele dare. Dopodiché era stata di nuovo rinchiusa nel bagno, e nel farlo i banditi le avevano tappato la bocca con le mani, visto che la malcapitata si era messa a gridare per lo spavento. A quel punto, i due balordi si erano avventati sulla cassaforte, arraffando diversi rotoli di bigiotteria in argento, acciaio e qualche perla, che avevano riposto su due buste. Immediatamente erano scappati tra i vicoli del centro, mentre la commessa si era liberata ed era uscita dal negozio chiedendo aiuto. I due erano poi arrivati in via degli Orti e lì erano saliti su un motorino, percorrendo parte della strada in contromano e perdendo durante il tragitto alcuni rotoli di preziosi. Giunti al sottopasso di via Loreto, avevano abbandonato il due ruote ed erano saliti a bordo di un’auto blu di piccola cilindrata, riuscendo a scappare via, a tutto gas, da Porto Recanati. Il motorino era stato poco dopo ritrovato dai carabinieri, che si erano subito attivati con il piano antirapina, ed era in seguito emerso che il mezzo era stato rubato, tre giorni prima, a Loreto.