Riccardo Centurioni Civitanova, in pensione dopo 23 anni

Lascia una eredità molto ricca. "Abbiamo creato reumatologia ed ematologia, che ora sarà separata dalla medicina"

Il primario Riccardo Centurioni va in pensione dopo 23 anni

Il primario Riccardo Centurioni va in pensione dopo 23 anni

Civitanova Marche, 1 ottobre 2019 - Riccardo Centurioni è nato a Loreto sessantasei anni fa. Nel 1977, si laurea in medicina e chirurgia (110 e lode); consegue la specializzazione in ematologia nel 1981 (68/70) e in medicina interna (50/50). Proviene dalla scuola del professor Edoardo Danieli, del quale è stato aiuto nell’istituto di clinica medica dell’Università di Ancona, mentre la sua formazione ematologica è avvenuta sotto la scuola del professor Pietro Leoni. A dirigere l’unità operativa di medicina dell’ospedale di Civitanova è arrivato nel dicembre del 1996.

Nel 2002, poi, gli è stato assegnato l’incarico di direttore dell’area medica della zona territoriale 8 di Civitanova. Molto ricca è anche la sua produzione di carattere pubblicistico: ha firmato da solo, oppure in collaborazione con altri, ben centotrenta pubblicazioni scientifiche in riviste di lingua italiana e inglese, molte delle quali riportate in abstract congressuali. A Civitanova, il dottor Centurioni, dopo ventitré anni di lavoro, lascia una ricca eredità in termini di servizi per i pazienti, oltre che in patrimonio umano. Da lunedì, lascerà la sanità pubblica, ma continuerà da privato a mettere a disposizione di chi ha bisogno la sua professionalità e le sue competenze.

Da lunedì, il primario di medicina Riccardo Centurioni, dopo ventitré anni, andrà in pensione. Molto è cambiato in ospedale in questi anni. «Il reparto è cambiato molto, quando si è fatto spazio alla ematologia e a reumatologia».

Prima come era organizzato il reparto? «Medicina aveva un indirizzo cardiologico e 54 posti letto. Dopo la costituzione dell’unità operativa di cardiologia, col dottor Pierangelo Santori iniziammo a trattare prima linfomi e mielomi e poi leucemie acute. Fu creato un piccolo day hospital con due letti per la chemioterapia, nel 1998 si stipulò una convenzione con gli ospedali riuniti di Ancona per la criocongelazione delle staminali, indispensabili per gli autotrapianti. Da allora, i letti di day hospital sono saliti a nove e il trapianto è diventato una pratica molto consolidata. Nel 2009, fu anche chiesta l’iscrizione al gruppo italiano di trapianto del midollo osseo, un motivo di orgoglio per noi, perché in Italia, allora, c’era una medicina che faceva trapianti solo a Torino. A Civitanova, è bene saperlo, oggi opera l’unica medicina interna accreditata per gli autotrapianti a livello nazionale».

E i risultati sono arrivati negli anni?  «Il trattamento delle leucemie acute salì a 35 l’anno, oltre a 20 gli autotrapianti e più di 150 nuovi casi di neoplasie ematologiche. Per questo, si realizzò un’ala con 5 camere sterili, l’ultima inaugurata poco tempo fa; undici i letti di degenza. Fu adeguato l’organico medico, poi infermieristico, e nel 2018 si è costituita la Biobanca per il congelamento e la criopreservazione di cellule staminali».

E dopo la pensione del dottor Centurioni?  «Ematologia sarà separata dalla medicina, si costituirà in unità operativa e se ne occuperà il dottor Francesco Alesiani».    

C’è anche l’unità di reumatologia.  «Ed è bene parlarne. L’ambulatorio con day hospital effettua 2.500 visite all’anno e segue 250 pazienti. Inoltre, abbiamo ambulatori di medicina interna, gastroenterologia e a breve pure di angiologia».

Quanto è importante l’Ail per ematologia?  «Importantissima: ha permesso di realizzare tantissimi progetti».

E oggi le cure sono più efficaci?  «Per certe patologie no, per altre sì. Oggi si può vivere più a lungo, spesso si può vincere la malattia».

Chiude soddisfatto dopo una vita nella sanità pubblica?  «Sì. A Civitanova sono state create delle realtà prima inesistenti come ematologia e reumatologia».

La dirigenza ha favorito la crescita?  «Mi ha messo in condizione di fare ciò che serviva. Il resto lo ha fatto l’Ail, che negli ultimi vent’anni ha dato contributi per circa 200mila euro. Oltre all’Ail, ringrazio la Fondazione Carima, il Banco Marchigiano, medici, infermieri e tutti i collaboratori che hanno formato, questa grande famiglia».